Perché a Wimbledon sono state eliminate 23 teste di serie al primo turno: erba micidiale per i big

Il torneo di Wimbledon è iniziato con il botto. Tredici delle trentadue teste di serie del torneo maschile sono state buttate fuori al primo turno, dieci in quello femminile. Una mezza rivoluzione, perché erano anni che non accadeva qualcosa del genere in una prova dello Slam. A uscire non solo pesci piccoli, ma anche veri big come Zverev, Medvedev, Rune, Coco Gauff e Jessica Pegula. E le sorprese, considerato l'andazzo, continueranno. Record eguagliato in campo maschile, con la possibilità di batterlo, perché c'è ancora Nakashima in bilico, anche se è avanti due set a uno su Wu.
13 teste di serie fuori nel torneo maschile
Uno via l'altro sono caduti tredici tennisti compresi tra le teste di serie. Una moria, che ha sconvolto soprattutto la parte bassa del tabellone maschile. Fuori soprattutto Zverev, numero 3, battuto in cinque set dal francese Rinderknech, che ha giocato la partita della vita. Eliminati pure il numero 8 Rune (avanti di due set su Jarry) e Medvedev (9) semifinalista nelle ultime due edizioni.
Purtroppo subito a casa pure Musetti(7), semifinalista nel 2024, e Berrettini, finalista nel 2021. Eliminati anche erbivori come Bublik, Humbert e Shapovalov, oltre a Cerundolo, Popyrin, Tsitsipas, Michelsen e Griekspoor. Tredici su trentadue, non è la metà ma quasi. Il tabellone ha già dei varchi colossali per qualcuno che un paio di giorni fa mai pensava di poter ambire a ottavi o quarti.

Tra le donne fuori 4 top ten subito
In campo femminile sono cadute dieci teste di serie, anche qui, curiosamente, è la parte bassa ad aver perso la numero 2 e la numero 3: Coco Gauff, campionessa al Roland Garros, e Jessica Pegula, eliminata da Cocciaretto. Fuori anche la numero 5 Zheng e Paula Badosa (9). Quattro top ten subito a casa. Eliminate pure Muchova, Ostapenko, Frech, Kostyuk, Linette e Kessler.

I motivi di tutte queste eliminazioni illustri a Wimbledon
Perché hanno perso 23 teste di serie su 64 è difficile capirlo? Come si dice, forse banalmente, ogni partita ha una storia a sé. Ma se tre indizi fanno una prova, qui abbiamo tredici ko sorprendenti in campo maschile, al primo turno, e dieci al femminile. Quindi qualcosa c'è. Di sicuro il tennis maschile sta vivendo una fase diversa rispetto a qualche anno fa. Ci sono due dominatori assoluti, ma una classe media un po' più forte, che su altre superfici magari non riesce a creare tutte queste sorprese.

Ma l'erba è diversa. Non si gioca molto durante l'anno, bisogna sapersi adattare, in più i tennisti, compreso Sinner, si sono lamentati di un caldo eccessivo, che ha reso le condizioni differenti sia a livello ambientale che tecnico. E poi ci sono i cosiddetti ‘erbivori', quei tennisti che su questa superficie cambiano status, un tempo ce n'erano di più, e che sono molto più ostici da affrontare, come Bonzi e Rinderkenech, due francesi che hanno fatto fuori Medvedev e Zverev.
A Wimbledon era nata la rivoluzione delle teste di serie
Un passo indietro, quasi di un quarto di secolo, è doveroso. Per una vita le teste di serie a livello Slam sono state 16, ma nel 2001 a Wimbledon c'è stata la rivoluzione con il raddoppio delle teste di serie, che sono diventate così 32 per ogni Major. Una questione di equità, di organizzazione per le regole dei Championships ma anche per lo spettacolo, perché in questo modo i big erano maggiormente garantiti.

Prima poteva capitare che il numero 1 o 2 ATP poteva sfidare un top 20. Risultato: nel 2001 vinse la wild card Goran Ivanisevic, che regalò una favola stupenda. Mentre nel 2002 solo due top ten arrivarono ai quarti (e tre top 20). Poi si è tutto normalizzato grazie ai fab four che hanno monopolizzato l'albo d'oro di Wimbledon, che negli ultimi 22 anni ha avuto solo cinque vincitori nel maschile (Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Alcaraz). Una elite ristretta.