Ostapenko si scusa dopo le offese a Taylor Townsend: la lite, le scintille e le accuse di razzismo

Jelena Ostapenko si è scusata per le offese a Taylor Townsend durante il loro incontro del secondo turno degli US Open 2025. Dopo la vittoria di Townsend contro Ostapenko per 3-0, le due giocatori si sono scambiate qualche parola a bordo campo e la lettone ha iniziato ad inveire verso la sua avversaria.
Un episodio che ha fatto molto discutere e che è diventato argomento di dibattito negli USA. Le parole della lettone hanno fatto immediatamente il giro del mondo. In particolare, l’espressione “no education” ha innescato un’ondata di reazioni molto forti: Naomi Osaka è intervenuta subito, definendo le parole di Ostapenko “tra le più offensive che si possano rivolgere a una giocatrice nera”; e Coco Gauff, pur con toni più moderati, ha invitato alla responsabilità: “Certe frasi, in certi contesti, hanno un peso che va oltre il campo”.

Jelena Ostapenko si scusa per le offese a Taylor Townsend: "L'inglese non è la mia lingua madre"
Jelena Ostapenko si è scusata per le parole usate nella lite con Taylor Townsend durante il loro incontro del secondo turno degli US Open di mercoledì scorso. La tennista lettone ha scritto queste parole in una storia su Instagram: "L'inglese non è la mia lingua madre, quindi quando ho parlato di educazione, mi riferivo solo a ciò che ritengo sia l'etichetta del tennis, ma capisco come le parole che ho usato possano aver offeso molte persone al di fuori del campo da tennis".
L'elemento scatenante della discussione, secondo Ostapenko, è stato un momento di di mancanza di sportività: "Ci sono alcune regole nel tennis che la maggior parte dei giocatori segue ed è stata la prima volta in assoluto che mi è successo nel tour", ha scritto Ostapenko. "Se gioca nel suo paese d'origine, non significa che possa comportarsi e fare quello che vuole".
Dopo la vittoria in doppio di sabato insieme alla compagna Kateřina Siniaková, Townsend ha dichiarato ai giornalisti di non aver ancora sentito personalmente Ostapenko né di essere a conoscenza delle sue scuse: "Voglio dire, il fatto è che, come ho detto l'altro giorno, sto ancora giocando. Quindi non ho tempo di essere informato su cosa sta facendo e cosa dice".
La risposta di Townsend: "Non ho tempo di essere informato su cosa sta facendo e cosa dice"
Per molti non si è trattato semplicemente di un insulto sportivo ma di un richiamo a uno stereotipo pericoloso, uno di quelli che la comunità afroamericana combatte da sempre: il pregiudizio sulla mancanza di istruzione, cultura o “classe”.
Invece di alimentare lo scontro, Taylor Townsend ha scelto il controllo. Ha spiegato pubblicamente come quelle parole siano state “profondamente irrispettose”, ma ha rifiutato di leggerle automaticamente in chiave razzista: “Non posso dire cosa ci fosse nel suo cuore, ma posso dire che in bocca a una bianca rivolgendosi a una nera, certe espressioni vanno pesate molto di più".
L’incidente tra Jelena Ostapenko e Taylor Townsend non ha solo segnato un momento teso agli US Open. È stato uno specchio di fragilità emotive, ma anche di potere linguistico e di come certe parole — “educazione”, “classe”, “fuori dagli USA” — non siano mai davvero neutre.