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L’incidente, la morte, i sensi di colpa: il momento più nero della vita di Roger Federer

Nella biografia di Roger Federer, l’autore Christopher Clarey ha raccontato quello che è il momento più nero della vita della grande gloria del tennis ovvero la morte in un tragico incidente del suo ex allenatore Peter Carter. Un episodio che ha segnato anche la carriera del “maestro” che ha perso molto più di un amico.
A cura di Marco Beltrami
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C'è una "cicatrice" nel cuore di Roger Federer. Non è il frutto di una sconfitta, o di una delusione, ma della tragica morte del suo ex allenatore Peter Carter nel 2002. Il suo coach perse la vita in un incidente d'auto in Sud Africa durante la sua luna di miele a soli 37 anni. Una tragedia che ha lasciato il segno nella vita della grande gloria del tennis: tristezza infinita e sensi di colpa per la perdita di un uomo che per lui non era solo un allenatore, ma era un amico e un componente acquisito della sua famiglia.

Nella nuova biografia di Federer "The Master", il giornalista Christopher Clarey ha raccontato di come la morte di Carter abbia tormentato il campione svizzero. Roger per certi versi si è sentito quasi responsabile della tragedia, perché la sua famiglia partecipò all'organizzazione di quel viaggio maledetto in cui il coach avrebbe festeggiato la sua luna di miele: "La madre di Federer, Lynette, ha aiutato ad organizzare il viaggio – scrive Clarey – E lo stesso Roger aveva spesso consigliato a Carter e alla moglie svizzera Silvia di volare in Sudafrica. Una settimana prima del suo 21° compleanno, i già tremendi sentimenti di Roger erano ancora influenzati dal ruolo giocato dalla famiglia di Federer nel viaggio di Carter. Senso di colpa misto a dolore".

La notizia della morte di Carter, che fino a due anni prima lo aveva seguito ovunque fu uno shock per Roger. Il dolore più grande della sua vita, ma anche il momento della svolta della sua carriera secondo Clarey: "Ci sono molti fattori dietro l'evoluzione dal talento di uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. La morte di Carter potrebbe anche essere quella decisiva. Federer ha capito che il suo successo dava più senso alla vita di Peter Carter, che era decisamente troppo breve".

Una situazione confermata anche dall'ex compagno di doppio di Federer nella Svizzera Allegro: "Al momento della morte di Peter Carter, Roger sia diventato un uomo. Era praticamente la prima volta che doveva fare i conti con qualcosa di brutto – riporta Blick – Prima di allora, ha raggiunto rapidamente la top 100 e ha fatto bei soldi. La sua famiglia era sana. I suoi genitori erano insieme. Ed era già felicemente in una relazione con Mirka. Quindi tutto è andato come un orologio".

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