Ligabue incontra Sinner per la prima volta: “Ricordo che ti vedevo in campo e pensavo: questo è solo”

Jannik Sinner si appresta a giocarsi ancora una volta un trofeo, approdato in finale delle Nitto ATP Finals dove incontrerà l'avversario di sempre, Carlos Alcaraz per un nuovo capitolo della saga a due che sta infiammando il tennis mondiale. In una cornice in cui l'azzurro ha riassaporato anche il gusto speciale di giocare davanti al proprio pubblico, in una Inalpi Arena ricca anche di tifosi e ospiti VIP affascinati dalla grandezza del miglior tennista italiano. Tra cui un Luciano Ligabue che ne ha approfittato per incontrare Sinner e rivelare le proprie sensazioni di come possa vivere un tennista il campo: "Ti guardavo e mi ripetevo: tu lì sei solo. Vero che hai un team ma alla fine sei solo tu esposto ai venti del momento e sei eccezionale nel gestire quelle situazioni".
Chissà se un giorno Ligabue dedicherà una canzone anche a Sinner e al tennis dopo aver inserito in molti suoi successi l'amore per lo sport in generale, dal calcio a Oriali in "Una vita da mediano", al ciclismo e Pantani in "Tra palco e realtà" per poi passare ai motori e a Valentino Rossi con "Niente paura" e in "Il meglio deve ancora venire" con un riferimento alla straordinaria resilienza di Alex Zanardi. Intanto, il cantautore di Coreggio si è presentato alle Finals, mostrando la sua passione anche per il tennis e incontrando Sinner, che seguirà anche nella sfida decisiva di domenica sera: "Ci vediamo anche domani, che sono qua".
La riflessione di Ligabue sul tennis e Sinner: "Ma come fai? Alla fine sei solo, esposto ai venti"
Ma com'è andata la chiacchierata tra il miglior tennista italiano e uno dei cantanti più amati? Ligabue si è trasformato in cronista, confidando un suo pensiero e permettendo a Sinner di spiegare cosa accade in campo, durante una partita: "Ti guardavo a Wimbledon e pensavo: sta per affrontare una sfida che potrebbe diventare storica per il tennis italiano, per lo sport italiano e per lui, perché era la realizzazione di un sogno che ogni bambino ha quando si approccia al tennis. E allo stesso tempo pensavo: comunque in campo alla fine sei solo". Ligabue entra nel merito del proprio pensiero: "Per quanto tu abbia come tutti un team vicino, questo è uno dei temi che mi ha sempre affascinato del tennis".
La risposta di Sinner: "Io gioco con ciò che ho qua… prima del campione viene sempre la persona"
La risposta e la riflessione di Sinner non tarda: "Senza il team non sei nessuno", replica di pancia Jannik. "La prima volta mi ricordo quando andai sul centrale… un casino e non capisci più niente. Solo all'entrata, stai solo attento a non cadere dalle scale… Poi ogni giocatore soprattutto nei momenti più importanti sente qualcosa di diverso. Io ad esempio gioco con quello che provo qua" continua battendosi la mano sul petto all'altezza del cuore. "E poi vado". Risposte che esaltano ancora Ligabue: "Ciò che ammiro moltissimo di te, al di là del fatto sportivo, è che quando sei lì esposto a tutti i venti hai una grandissima capacità di gestire". "Sai" conclude Sinner, "per me è secondario, prima viene sempre la persona. Ovviamente ci sono delle critiche, se vinci applausi e se perdi sei giù ma io dico sempre:
"Ma te la stai godendo?" l'ultima curiosità di Ligabue. La risposta di Sinner non è nemmeno necessaria: il sorriso e la luce nello sguardo dicono più di mille parole.