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US Open 2025 di tennis

Djokovic si sfoga dopo aver vinto agli US Open, non è contento: “Per me così è frustrante”

Il campione serbo ha battuto Zachary Svajda, sfoggiando colpi da campione, e mimato l’esultanza col violino ma c’è qualcosa che lo turba. In conferenza confessa tutto.
A cura di Maurizio De Santis
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Novak Djokovic ha mimato il gesto del violino dopo aver battuto Zachary Svajda agli US Open 202. Ma in mezzo a quelle note che deliziano il pubblico ce n'è una che "stecca" e gli strappa una smorfia: il primo set concesso all'avversario poi annichilito dal tennis di un altro pianeta delserbo che ha tirato fuori dal proprio bagaglio tecnico colpi "impossibile" per il giovane americano. Anzi, a un certo punto, tra i due il più "fresco" nonostante l'età era proprio Nole, che a 38 anni ha lasciato il 22enne col fiato corto. Ma non è tutto rose e fiori… è proprio il campione balcanico a sottolinearlo nella conferenza stampa seguente quando dice di "non essere soddisfatto del livello tennistico" ma, contestualmente, ammette "posso solo considerarmi fortunato per aver raggiunto così tante grandi cose nella mia carriera".

Mentalità da campione: "Sono duro con me stesso perché voglio sempre giocare al top"

È questione di mentalità che, nonostante gli acciacchi e una condizione atletica non sempre al top come un tempo, resta immutata. A questo si aggrappa Djokovic, che sente benissimo dentro di sé i rintocchi dell'orologio biologico ma non ha alcuna intenzione di fermarsi. Non adesso, non ancora. E trae motivazioni costanti senza guardare troppo più in là della prossima partita che lo aspetta.

"A volte sono molto duro con me stesso perché mi aspetto sempre di giocare al massimo livello, anche se è impossibile. Ho ancora il desiderio di competere contro i giovani, altrimenti non sarei qui. E trovo che quando vado in campo ci sia sempre qualcosa da dimostrare. Penso a una partita alla volta, così mi concentro. Forse molti potrebbero pensare che non ci sia più niente da raggiungere perché hai già fatto tutto, ma io la penso diversamente".

Il senso di frustrazione che gli impedisce di sorridere

La vittoria è in tasca. La standing ovation del pubblico è meritata. Ma Novak Dojokovic proprio non riesce a essere contento di se stesso. Ha incantato gli spettatori sfoggiando pezzo d'alta scuola, s'è perfino concesso quell'esultanza che tanto piace ai suoi tifosi. Eppure, c'è qualcosa che non va, che lo lascia scontento. Ha una vocina dentro, gli ronza in testa. In conferenza spiega perché non riesce più a sorridere per davvero.

"Non è una questione di motivazione ma è come se fossi un po' frustrato dal mio gioco. Sto attraversando momenti in cui mi dico certe cose dentro di me… Mi piace competere, ma non mi piace farlo senza riuscire a giocare bene. È per questo che metto sotto pressione me stesso e il mio staff affinché possa fare meglio nella prossima partita. Oggi è stato un po' difficile trovare quel ritmo, ed è per questo che forse non mi avete visto così entusiasta dopo aver vinto certi punti. Non preoccupatevi per me, il giorno dopo farò in modo di alzare il pugno molto di più, solo per i vostri occhi". E sorride, questa volta è sincero.

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