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Coppa Davis 2025

Cobolli stordito dopo la Davis, Berrettini lo sveglia: “Stai a diventa’ famoso. Te ne accorgi o no?”

Il siparietto dell’Italia in conferenza stampa è stato esilarante. Dopo l’incidente “dell’insalatiera” che si rompe durante la premiazione, la reazione dei tennisti alle domande dei giornalisti è uno show.
A cura di Maurizio De Santis
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La conferenza stampa dell'Italia che ha vinto la quarta Coppa Davis della sua storia si è trasformata in uno show per la condizione di estrema euforia che, a tratti, ha inficiato la lucidità delle risposte. "L'è ubriaco"… dice scherzando Matteo Berrettini parlando di Flavio Cobolli che, avendo conquistato il match decisivo (quello del 2-0) contro Munar, è il più gettonato per le domande. La prima che gli viene rivolta è in inglese e la reazione di tutti spiazza gli interlocutori: scoppiano a ridere all'unisono mentre Cobolli resta col cerino in mano perché il quesito è diretto a lui. Ci mette un po' a ricomporsi poi, a fatica (perché sente gli altri sghignazzare, "sì ma non fatemi ridere…"), spiega che all'inizio del match era "un po' nervoso" e si lascia andare. Un torneo che, complice il trionfo ottenuto anche senza i big, gli ha permesso di toccare vette di popolarità impensabili finora. "Dai, dai… te ne accorgo o no? Stai a diventa' famoso", gli suggerisce Berrettini da fratello maggiore che lo aiuta in un momento tanto difficile quanto imbarazzante.

Forse anche troppo, alla luce di quel che accadrà dopo quando proverà a restare in piedi, barcollando tra una quesito trabocchetto sulla prima impresa dell'Italia nel 1976 ("non era no nato… ma ho visto la serie tv, mica è un'interrogazione?") e la sincerità dello sportivo che chiama in causa il lavoro di squadra, della federazione e la grande opportunità di crescita che ha rappresentato la Coppa Davis.

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Cobolli, Scamacca e la maglia per le Olimpiadi: "Non ho capito la domanda"

L'entusiasmo è contagioso. Perfino i complimenti di Jannik Sinner (profetico sulle possibilità di vittoria anche senza di lui) e di Lorenzo Musetti passano in secondo piano rispetto al siparietto che finisce sotto i riflettori, a margine di una serata di festa. E in quell'atmosfera da gita scolastica spensierata è difficile davvero tenersi sobri nonostante i fumi della celebrazione. E se sul palco della premiazione l'incidente "dell'insalatiera" che si rompe tra le mani di Bolelli era sembrata una gag quasi fantozziana, la sensazione di stordimento di Cobolli in conferenza aggiunge un tocco esilarante ulteriore alla narrazione del successo in Davis.

"Parto dalle parole del presidente, Binaghi, che ha detto che tu non hai niente da invidiare a Scamacca – è la domanda di un giornalista -. Sicuramente dopo la partita contro Bergs adesso ti conosce anche molta più gente al di fuori dal mondo del tennis. Hai avuto percezione di quanto è stata importante questa vittoria? E aggiungo: sogni di rappresentare l'Italia anche alle Olimpiadi?".

Tutto chiaro, no? No. Cobolli è un po' confuso, ha perso il filo della discussione. "Non mi ricordo la domanda. Scamacca? Non l'ho capito". "Lascia stare Scamacca, partiamo…" e riformula la domanda: "Ti sei accorto di quanto è stata importante per l'Italia, non solo del tennis, la tua vittoria?". E qui Berrettini arriva in soccorso: "Stai a diventa' famoso, Flavie', questa è la cosa. Dai, dai, te ne accorgi o no?".

Cobolli torna in sé e articola la risposta. "Ho cercato di non usare tanto il telefono. Ho chiesto ad altre persone di rispondere ai messaggi, avevo bisogno di restare concentrato perché sapevo che la cosa poteva disturbarmi in un giorno così importante. Volevo essere e ricominciare. Adesso lo prendo, lo guardo e lo spacco". E ride poi si fa serio per la chiosa. "Siamo una squadra molto unita che ha lottato fin dall’inizio. Ho imparato tante cose stando insieme".

L'imbarazzo sulla prima Davis vinta dall'Italia nel '76: "Non ero nato"

C'è stata ancora una domanda che ha messo Cobolli un po' in difficoltà, quella sul primo trionfo azzurro in Coppa Davis nel 1976: "Non ero nato ancora ma ho visto la serie tv…". "E allora parlamene", è la replica della giornalista. "Come parlamene? E che è un’interrogazione?", ribatte Cobolli mentre in sottofondo si sente la voce di Berrettini che mormora "non l’ha vista". Flavio se la cava in calcio d'angolo e scherza. "No, no l'ho vista… è che ora non mi ricordo bene com'è andata… Quella generazione ha fatto la storia del tennis. Tutti giocatori fenomenali che hanno ottenuto qualcosa di grande per loro stessi e per la nazionale". Può bastare, tutti a casa.

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