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US Open 2025 di tennis

Anisimova non trattiene l’emozione: si inginocchia dopo la rimonta su Osaka, vale più di una vittoria

Anisimova non trattiene l’emozione e si inginocchia sul campo dopo la rimonta su Osaka che vale la qualificazione alla finale dell’US Open 2025: vale più di una vittoria.
A cura di Vito Lamorte
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Le immagini valgono più di mille parole: Amanda Anisimova in ginocchio al centro dell’Arthur Ashe Stadium, le mani sul volto, le lacrime a rigarle il viso. Così si è chiusa la semifinale dell’US Open, vinta in rimonta contro Naomi Osaka dopo tre set di battaglia. Un gesto spontaneo, liberatorio, che racconta meglio di qualsiasi dichiarazione la portata di questa impresa.

La 24enne americana ha superato Naomi Osaka (6-7, 7-6, 6-3) dopo oltre due ore e mezza di tennis ad alta tensione. Una partita che sembrava sfuggirle di mano nel primo set, ma che ha girato con un tie-break perfetto nel secondo. Da lì, la spinta emotiva ha fatto la differenza: nel terzo parziale Anisimova ha alzato il ritmo e si è presa il match con coraggio e lucidità.

Amanda Anisimova, a 24 anni, diventa la donna più giovane ad aver raggiunto la finale di Wimbledon e la finale degli US Open nella stessa stagione dai tempi di Serena e Venus Williams nel 2002.

Anisimova si inginocchia in lacrime dopo la rimonta su Osaka: emozione che vale più di una vittoria

Amanda Anisimova non trattiene l’emozione e si inginocchia sul campo dopo la rimonta su Naomi Osaka che vale la qualificazione alla finale dell'US Open 2025: vale più di una vittoria e vale doppio, perché arriva a distanza di poche settimane da Wimbledon, dove aveva subito una delle sconfitte più dure della carriera come quella contro Iga Świątek. Un incubo che molti pensavano potesse lasciare cicatrici insanabili. Invece, proprio qui a New York, Amanda ha trovato la sua rivincita battendo la polacca nei quarti e ora anche Osaka in semifinale.

La tennista 24enne americana ha usato questo parole dopo il match: “È difficile spiegare quello che provo. Mi sono inginocchiata perché non riuscivo a contenere l’emozione. Dopo Wimbledon era impensabile ritrovarmi qui, e invece…”.

Ora ad attenderla c’è Aryna Sabalenka, la campionessa in carica. Sarà una finale di fuoco, ma comunque vada Anisimova ha già vinto: contro le sue paure, contro i momenti bui che l’avevano spinta persino a fermarsi per problemi di burnout e depressione, contro chi non credeva più in lei.

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