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Paralimpiadi

Francesco Bettella regala la prima medaglia all’Italia nelle Paralimpiadi: “Ho sofferto tanto”

Prima medaglia per l’Italia alle Paralimpiadi di Tokyo. Francesco Bettella ha conquistato il bronzo nel nuoto chiudendo al terzo posto la gara dei 100 metri dorso S1. Prova da applausi per l’ingegnere che anche ai Giochi di Rio inaugurò la striscia delle medaglie azzurre. Un successo speciale per il ragazzo che si divide tra Università e piscine.
A cura di Marco Beltrami
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Prima giornata di gara e prima medaglia per l'Italia alle Paralimpiadi. A regalare la prima gioia alla delegazione azzurra è stato Francesco Bettella che ha conquistato la medaglia di bronzo nella gara dei 100 metri dorso S1. Le aspettative di medaglia sul nuotatore italiano, affetto da una malattia genetica, sono state confermate. Si sblocca subito dunque il nostro medagliere.

Ha chiuso la gara del dorso S1 al terzo posto Bettella alle spalle dell'israeliano Shalabi e dell'ucraino Kol. L'atleta azzurro dunque ha concesso il bis, e proprio come accaduto ai Giochi paralimpici di Rio, ha inaugurato il valzer di medaglie per la nostra rappresentativa. Una gioia incontenibile per il classe 1989 che all'attivo può vantare già due medaglie d'argento alle Paralimpiadi oltre a due ori ai Mondiali e 6 titoli italiani. Francesco, tetraplegico, è tesserato con l'Associazione Sportiva Civitas Vitae Sport Education di Padova e si divide tra piscina e Università, lavorando come ingegnere (ha conseguito la laurea in Ingegneria Meccanica). Una soddisfazione enorme per lui e per il suo staff che non lo lasciano mai solo e lo aiutano a competere al top.

Ai microfoni di Rai Sport nell'immediato post-gara, Bettella ha raccontato tutte le sue emozioni: "È una bellissima soddisfazione per me e per l'Italia. Sta diventando un'abitudine. Oggi ho ricevuto tantissimi messaggi, so che tanti amici hanno tifato per me da casa. Per me vuol dire tanto dopo un quinquennio sofferto. Questa medaglia ripaga tante sofferenze subite in questi anni".

I suoi studi ingegneristici sono mirati anche ad aiutare le persone che come lui devono dare i conti con le disabilità. Un ulteriore motivo d'orgoglio per il nostro atleta: "Mi divido tra piscina e università ed è un grande motivo d'orgoglio far parte dell'Università di Padova ed è bello per me aiutare le persone che hanno problemi di disabilità come me".

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