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Valentino Rossi dà l’addio alla MotoGP in lacrime, un solo rimpianto: “La mia maledizione”

Alla vigilia della sua ultima gara in MotoGP a Valencia, Valentino Rossi è stato celebrato per la sua lunga e vincente carriera. Spazio a tanti sorrisi, rivelazioni ed emozioni che hanno anche commosso il 42enne di Tavullia che ha chiuso il momento a lui dedicato con gli occhi lucidi.
A cura di Michele Mazzeo
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La MotoGP omaggia la leggenda Valentino Rossi alla vigilia del GP di Valencia, ultimo week end del 42enne di Tavullia prima del ritiro. Sul circuito Ricardo Tormo che domenica sarà il teatro della sua ultima corsa nel Motomondiale da pilota dopo 26 anni di militanza, prima della consueta conferenza stampa che precede ogni Gran Premio è andato in scena un lungo ed emozionante momento in cui si è celebrato il nove volte campione del mondo. Prima il toccante showdown delle nove moto con cui ha conquistato i nove titoli mondiali, passate in rassegna una per una con il fidato Uccio e il CEO di Dorna Carmelo Ezpeleta: tante battute, sorrisi e aneddoti, e tante foto con amici, colleghi, team principal e quasi tutti coloro che hanno condiviso con lui un pezzetto di questi 26 anni di carriera. Una sfilata nella quale non ha nascosto quale sia la sua moto preferita, la Honda con cui ha vinto il titolo nella classe 500cc. E ne ha approfittato per fare una richiesta alla casa giapponese: "Quella 500cc è la mia 500cc. Era quella che il Costruttore mi doveva dare, avevo già il posto a casa dove tenerla, ma non è mai arrivata. Ho provato a chiederla. Vedremo" ha detto infatti a riguardo il marchigiano.  Poi la speciale sessione stampa in cui Valentino Rossi ha risposto alle domande dei giornalisti e ricevuto diversi omaggi, l'ultimo dei quali lo ha fatto anche commuovere.

L'orgoglio più grande però non è per quello fatto in pista ma per il ruolo che ha avuto nel far crescere lo sport che ama da sempre: "Direi che la cosa positiva della mia carriera è che per seguire la mia carriera molte persone si sono avvicinate a questo sport. È stato belle vedere che nel corso degli anni sono diventato un icona e questo mi fa molto piacere. Penso che tutto continuerà così anche nei prossimi anni, non cambierà. Nel prossimo anno io andrò ad alcune delle corse. Ci sarà il nostro team e ci saranno i nostri piloti dell'Academy. Non so cosa proverò a venire a delle gare senza correre. Lo scoprirò il prossimo anno".

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Nel momento del commiato però Valentino Rossi ha anche rivelato che chiude la carriera con un grande rimpianto: "Ho provato più volte a vincere il 10° titolo. Sarei stato felice di vincere un altro titolo, per esempio nel 2015.  Avrebbe chiuso un cerchio. Il nove torna molte volte nella mia carriera. Ho la maledizione del nove, che era meglio non avere" è stata infatti la risposta del Dottore a chi chiedeva quale fosse il suo più grande rimpianto. Numeri che hanno avuto una grande importanza per il nove volte iridato (il suo #46 è diventato un marchio conosciuto in tutto il mondo) e che a volte creano delle coincidenze incredibili. L'ultima? Sommando giorno, mese e anno della sua ultima gara (14+11+21) il risultato è proprio 46: "Sappiamo da diverso tempo che la somma della data in cui smetterò fa 46. Nel corso della mia carriera sono accadute tante cose positive legate ai numeri. Magari è un segno, o magari è solo un caso. Chi lo sa" ha quindi aggiunto la leggenda della MotoGP a riguardo.

Una conferenza stampa nella quale Valentino Rossi alla fine si è anche lasciato per un attimo andar. Il 42enne prima ha spiegato che non sa quale sarà la sua reazione al termine della gara di domenica che segnerà la fine della sua lunga e vincente carriera, aggiungendo di essere una persona dalla lacrima difficile: "Onestamente non so cosa accadrà dopo la gara di domenica. Spero di fare una bella gara e di arrivare al traguardo, ma non so quale sarà la mia reazione. Io sono uno che piange poco e, sinceramente, spero di non piangere". Ma poi, dopo aver visto un video in cui migliaia di tifosi di ogni angolo del mondo lo ringraziano per quanto fatto alle loro vite si è dovuto arrendere alla commozione, come dimostrano gli occhi lucidi che ha cercato di nascondere con il solito sorriso. Non sarà contento di ciò, ma inconsapevolmente ci ha insegnato che anche dietro una leggenda alla fine c'è un uomo che si emoziona come tutti noi.

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