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Riappare la misteriosa Bugatti scomparsa 90 anni fa che vale 150 milioni: è identica all’originale

Una squadra di restauratori d’auto d’epoca ha riportato in vita la Bugatti Aerolithe del 1935: costruito da zero un modello identico in ogni minimo dettaglio all’unico esemplare esistito scomparso nel nulla quasi 90 anni fa e oggi valutato intorno ai 150 milioni di euro.
A cura di Michele Mazzeo
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La Bugatti Aerolithe rappresenta senza dubbio uno dei più grandi misteri del mondo automobilistico. L'auto futuristica creata da Jean Bugatti fece un'unica apparizione pubblica all'Earl's Court Motor Show del 1935, poi una prova su strada nel 1936 e quindi scomparve nel nulla (probabilmente andata persa durante la seconda guerra mondiale nel momento in cui l'esercito nazista assunse la gestione della Bugatti trasformandola in una fabbrica per la produzione bellica). Se oggi spuntasse fuori all'improvviso il suo valore si aggirerebbe intorno ai 150 milioni di euro.

In realtà però oggi, a distanza di quasi 90 anni dall'ultima volta che è stata vista in pubblico, è di nuovo possibile ammirare un esemplare identico all'originale. Già perché nel 2012 il proprietario del The Guild of Automotive Restorers David Grainger si è messo in testa di riportare in vita la Bugatti Aerolithe tale e quale, in ogni minimo dettaglio, al pezzo unico sfornato dalla casa francese nel 1935.

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Una vera e propria impresa dato che tutto ciò che restava del lavoro di Jean Bugatti erano i progetti del pedale del freno e della griglia del radiatore e undici foto. Questo però non ha scoraggiato Grainger e il suo team che ha digitalizzato le fotografie per analizzare ogni piccolo particolare della vettura misteriosamente scomparsa nel nulla da oltre 70 anni perché l'obiettivo non era quello di fare semplicemente un'auto che assomigliasse all'Aerolithe, bensì quello di una riprodurre l'Aerolithe.

Dopo mesi e molti tentativi ed errori di calcolo, il team è riuscito a stabilire le dimensioni precise al millimetro dell'auto d'epoca originale e a quel punto si è potuto iniziare il lavoro partendo dal telaio Bugatti Type 57 modificato (numero 57104) completo di motore che Grainger già possedeva. Sopra quella struttura si cominciò a lavorare alla carrozzeria. E ci sono voluti diversi mesi per determinare quale metallo avesse usato Jean Bugatti negli anni '30, una particolare lega di magnesio molto più fragile delle leghe moderne.

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A quel punto ci è voluto altro tempo per imparare a modellare il pericoloso magnesio: a causa della sua fragilità infatti le strisce di lega infiammabile dovevano essere riscaldate a 800-900 gradi di modo da renderle malleabili e permettere di creare le complesse curvature che presentava la carrozzeria art-decò dell'Aerolithe. Un'operazione questa anche molto costosa dato che un singolo foglio di magnesio costa intorno ai 3mila euro e per ricreare la vettura scomparsa ne servivano almeno 15.

Altra questione che ha richiesto molto tempo al team di restauratori canadesi  è stata quella inerente la definizione del colore della vettura originale dato che le undici foto esistenti dell'unica Aerolithe prodotta dalla Bugatti erano tutte in bianco e nero. Decisivo per individuare l'esatta colorazione da utilizzare è stato il ritrovamento di un dipinto a colori dell'auto: confrontando il colore utilizzato nel dipinto con i colori di tutti i modelli Bugatti prodotti si è infatti riuscito ad identificare la tonalità della vernice originale.

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Non meno complicato per il team è stato rintracciare gli pneumatici dato che le Dunlop Balloon a fascia bianca con la quale l'Aerolithe era stata immortalata nella sua unica apparizione pubblica all'Earl's Court Motor Show del 1935 non solo erano fuori produzione da anni ma erano impossibili da trovare. Dopo una lunga trattativa durata mesi si è riusciti a convincere Dunlop a fabbricare degli pneumatici su misura identici ai Balloon a fascia bianca montati sull'originale.

La parte più facile, si fa per dire, è stata quella riguardante gli interni dato che si tratta di interni classici Bugatti con la strumentazione Jaeger allineata al centro e semplici sedili in pelle verde. Più lunga invece la gestazione per arrivare a concordare sui freni azionati a cavo e sul motore otto cilindri in linea aspirato (inizialmente infatti ci fu chi sosteneva che l'auto originale fosse stata sovralimentata).

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Dopo 10 anni di ricerche, discussioni e lavoro, la Bugatti Aerolithe ha dunque ripreso vita fedele in tutto e per tutto alla misteriosa auto scomparsa nel nulla ormai quasi 90 anni fa. Nessun particolare è stato lasciato al caso: non ci sono finestrini che si alzano e si abbassano, non c'è nessun sistema di ventilazione, non ci sono tergicristalli e la sua velocità massima è di 64 km/h, esattamente come l'unico esemplare prodotto nel 1935.

Ad oggi l'unica differenza con la Bugatti Aerolithe originale sembra essere il valore economico: questa replica è stata infatti valutata intorno ai 5 milioni di euro, mentre se dal nulla spuntasse fuori il pezzo unico scomparso durante la seconda guerra mondiale parleremmo di una valutazione di 150 milioni di euro.

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