Perché in Formula 1 non si corre più sul bagnato, il caso delle gomme “full wet” che nessuno vuole

Il Gran Premio del Belgio 2025 è stata l'ennesima conferma: la Formula 1 ha praticamente rinunciato alle sue iconiche gare sotto la pioggia. La corsa di Spa è partita con 80 minuti di ritardo, diversi giri dietro la Safety Car e una pista quasi asciutta. E mentre i piloti montavano gomme intermedie, le full wet Pirelli restavano inutilizzate nei box. Di nuovo.
"Un oggetto Pirelli inutile nell'attuale F1. Perché preoccuparsi di produrlo o addirittura di trainarlo in giro per il mondo", ha scritto il commentatore olandese Olav Mol, condividendo la foto delle gomme blu.
Verstappen e Hamilton contrari: "Alle 15 dovevamo partire"
Tra i più critici, Max Verstappen. Il campione del mondo non ha nascosto la delusione: "Quando saremmo dovuti partire? Alle 15 in punto. Non pioveva nemmeno. Ovviamente tra la Curva 1 e la 5 c'era parecchia acqua, ma con due o tre giri dietro la Safety Car la pista sarebbe stata pronta".
Anche Lewis Hamilton ha condiviso la stessa opinione: "Ovviamente abbiamo iniziato la gara un po' troppo tardi, direi. Continuavo a gridare ‘è pronto a partire' e continuava a girare e a girare…".

Dietro la scelta di rimandare lo start, la FIA ha indicato preoccupazioni per la visibilità e la gestione della pioggia, sulla scia delle polemiche dopo Silverstone. Ma la sensazione dei piloti è che si sia passati da un estremo all'altro: dalla richiesta di maggiore prudenza alla rinuncia completa al rischio, anche in condizioni apparentemente gestibili.
Full wet mai in pista: a cosa servono allora?
Il vero nodo è che le gomme da bagnato estremo sono ormai solo un esercizio tecnico. Espellono fino a 340 litri d'acqua al secondo, ma sollevano un muro d'acqua che annulla la visibilità. In gara non si usano praticamente mai. I team preferiscono le intermedie, che evacuano meno acqua (100 litri totali) e garantiscono prestazioni più prevedibili.

Il problema è strutturale. L'attuale generazione di monoposto ad effetto suolo — con canali Venturi e diffusori maggiorati — contribuisce a sollevare più spray nebulizzato, rendendo impossibile vedere chi precede. La FIA ha testato soluzioni come parafanghi e kit anti-spray, ma senza risultati concreti.
Un danno anche strategico
La Red Bull aveva scelto un assetto da bagnato per Verstappen. Una scommessa che non ha pagato: "La scelta che abbiamo fatto per l'assetto è stata sbagliata perché non ci hanno permesso di correre sul bagnato", ha spiegato l'olandese. "Una volta passati agli slick eravamo troppo lenti sui rettilinei, e con i problemi generali di bilanciamento tutto è peggiorato" ha poi aggiunto.

Il risultato? Quarto posto e strategia compromessa. In una gara che si è disputata praticamente in condizioni da asciutto, il meteo e la cautela della direzione gara hanno reso inutile qualsiasi preparazione sul bagnato.
L'origine del problema: Spa, Silverstone e gli incidenti
A innescare il cambio di mentalità, i gravi incidenti sotto la pioggia degli ultimi anni a Spa-Francorchamps, alcuni dei quali fatali. La direzione gara — oggi affidata al portoghese Rui Marques — evita il rischio alla radice. Anche a Silverstone, al giro 14, la Safety Car è entrata per la pioggia, pur senza bandiera rossa. Nessuno ha chiesto di montare le full wet. Nessuno le vuole.
Il motivo è chiaro: il muro d'acqua che sollevano è troppo pericoloso. Anche l'incidente tra Hadjar e Antonelli ne è una conseguenza. Le full wet non sono gestibili in gruppo, e i team preferiscono rimanere su gomme meno estreme.

Verso un futuro senza gomme da pioggia?
L'ironia è che, in un campionato che sposa sostenibilità ambientale e taglio dei costi, si continua a produrre una gomma che non viene mai usata. Ma la situazione potrebbe cambiare: nel 2026, le nuove vetture F1 saranno più leggere, corte e strette, con gomme da 18 pollici ma più sottili. Senza effetto suolo, Venturi e diffusori enormi, la speranza è che la visibilità migliori e le gare sul bagnato tornino possibili.
Intanto, però, lo scenario resta cupo. "Non vedrete mai più queste classiche gare sotto la pioggia, che secondo me invece si possono ancora disputare", ha detto Verstappen. E la sensazione è che, finché non si troverà una soluzione che coniughi sicurezza e prestazioni, sarà difficile dargli torto.