Marc Marquez stronca una possibile pace con Valentino Rossi: “Se non dipende solo da te puoi fare poco”

Marc Marquez ha appena festeggiato la sua 200ª gara in MotoGP al Sachsenring, e lo ha fatto mettendo a segno la quarta doppietta consecutiva con cui ha consolidato la sua fuga in vetta alla classifica iridata. Ma l'anniversario da incorniciare è stato preceduto da un'intervista che promette di riaccendere le polemiche di sempre. A far discutere, ancora una volta, è il suo rapporto mai sanato con Valentino Rossi. Intervistato da DAZN Spagna, il fuoriclasse di Cervera ha chiarito che ogni ipotesi di riconciliazione con il Dottore è da escludere. "Quando una cosa non dipende solo da te, non puoi che dire: ‘Non mi interessa'", ha difatti risposto freddamente Marquez.
Uno strappo profondo, che neanche il tempo ha ricucito. E che continua a condizionare anche il clima attorno a lui. Lo sa bene Davide Tardozzi, team manager Ducati, che dopo la vittoria di Marc al Mugello ha dovuto commentare i fischi dei tifosi italiani: "Marc e Valentino devono stringersi la mano", ha dichiarato, sperando in un gesto di pacificazione mai arrivato. Ma per Marquez, la questione è chiusa. "Certe dichiarazioni, a 20 anni, potevano ferire. A me hanno solo motivato", ha tagliato corto il numero 93.

"Dani Pedrosa è stato il mio maestro, Jorge Lorenzo pensava volessi solo lo show"
Il Marquez che oggi domina la classifica iridata non è più quello del 2015, ma certi capitoli restano ancora aperti. "Il mio più grande rivale? Dani Pedrosa, è stato il mio maestro silenzioso. Ho imparato molto da lui", ha detto lo spagnolo, che ammette di aver cercato di emularne lo stile, aggiungendo però un po' della sua aggressività. Più caustico il ricordo di Jorge Lorenzo: "Diceva che pensavo più allo spettacolo che alla gara".
Una carriera piena di duelli, ma anche di errori. E Marc non nega l'autocritica: "Rientrare subito in pista a Jerez fu il mio errore più grande. Ne porto ancora oggi le conseguenze". Quella frattura, nel 2020, ha cambiato per sempre la sua traiettoria sportiva. Ma non la sua fame. Dopo quattro weekend perfetti – sprint e gara vinti ad Aragon, Mugello, Assen e Sachsenring – Marquez guida il Mondiale con 83 punti di vantaggio sul fratello Alex e addirittura 147 su Bagnaia. Il nono titolo è solo questione di tempo.

"Le vittorie? Non le conto. So solo che Rossi ne ha 89: difficili da raggiungere"
Nel suo racconto a DAZN, il campione di Cervera ha anche ammesso di non essere mai stato ossessionato dai numeri. "Non ho mai fissato un obiettivo di vittorie. Non sapevo nemmeno quante ne avessero Agostini o Valentino", ha detto. Poi però aggiunge: "Ora so che Rossi ne ha 89. Arrivarci è difficile. I suoi sette titoli in MotoGP? Quelli li vedo più raggiungibili".
E in effetti, con la Ducati ufficiale finalmente cucita addosso, Marquez sembra avere tutto per riuscirci. Il contratto con Borgo Panigale scade nel 2026 e, secondo alcune indiscrezioni, proprio in quell'anno il team VR46 di Rossi potrebbe affiancargli Pedro Acosta su una moto identica alla sua. Uno scenario che alimenta i sospetti su un tentativo di "ostacolarlo" nella corsa al decimo titolo. La rivalità, in fondo, non è mai finita.

Anche perché se Valentino oggi è team owner, Marquez resta il punto di riferimento della pista. E lo sa: "La mia prima vittoria nel 2013 è come un primo amore. Ma quella di quest'anno con la Ducati ufficiale è stata speciale, soprattutto perché l'ho condivisa con mio fratello Alex". Un legame, quello familiare, che resiste anche alla pressione dei circuiti. "Se dobbiamo superarci, lo facciamo. Se cadiamo, restiamo fratelli. La settimana dopo c'è un'altra gara".
La nuova MotoGP, quella della comunicazione a tappeto targata Liberty Media, continua a fare i conti con il suo passato. E nel 2025, come nel 2015, tutto in qualche modo ruota ancora attorno alla frattura tra il #93 e il #46. Il resto, anche se cambia, sembra passare in secondo piano.