Hamilton racconta cosa succede nelle riunioni della Ferrari: comincia tutto da un foglio

Lewis Hamilton racconta cosa succede nelle riunioni della Ferrari dopo ogni sessione del week-ed di Formula 1. Nel video condiviso sui social dalla Scuderia di Maranello il campione inglese svela quel che non si vede, tutto il lavoro di analisi che c'è dietro le quinte del Team e coinvolge circa 200 persone, compresi il pilota e gli ingegneri coi quali collabora direttamente. Dati alla mano, si fa il punto su quello che è stato fatto, se gli obiettivi sono stati raggiunti oppure no e perché, cosa non ha funzionato e cosa si sarebbe potuto fare per migliorare il rendimento e il risultato finale.
"Durante il week-end di gara – dice Hamilton –, dopo ogni sessione, teniamo un debriefing in cui analizziamo letteralmente ogni minuto della sessione. Sei seduto con tutti i tuoi ingegneri diretti, probabilmente siamo una trentina di persone. In radio, ci sono altre 50, forse anche 100 persone in fabbrica che ascoltano e prendono appunti".
Cosa succede durante le riunioni della Ferrari coi piloti
Tracciato il quadro generale, Hamilton elenca punto per punto quali sono gli argomenti che vengono affrontati e vagliati. "Lo scopo è parlare delle sensazioni ricavate dalla vettura, quali sono i suoi limiti, se gli pneumatici funzionano e se i freni funzionano correttamente – aggiunge il pilota britannico -. Su un foglio annotiamo una serie di domande e punti chiave, che riguardano argomenti come il bilanciamento della vettura a basse, medie e alte velocità, così come il passaggio da un livello di carburante troppo alto a uno basso. Discutiamo del degrado degli pneumatici e di eventuali problemi".
Fin qui le questioni più importanti ma nella cura dei dettagli hanno un grande valore anche quei particolari che sembrano secondari rispetto a questiono meccaniche e di assetto ma si rivelano preziosi per assicurare il maggiore comfort possibile ai piloti così che la guida sia agevole. Tutto deve funzionare alla perfezione affinché il conducente sia in simbiosi con la monoposto. "Ci occupiamo anche di cose quali la comodità o meno del sedile, parliamo della cintura di sicurezza troppo stretta o troppo lenta, o anche della necessità di modificare la posizione dei pedali".
I dettagli che fanno la differenza per l'assetto della monoposto
Nel corredo accessorio delle indicazioni, quelle fornite da chi è al volante aiutano i meccanici a smussare ogni asperità così da garantire il migliore bilanciamento possibile della vettura. Hamilton fa riferimento anche alla eventuale opportunità di "regolare la rigidità dei freni, il rapporto di sterzo (la velocità di rotazione dello sterzo) o persino di quanto si desidera che lo sterzo sia leggero o pesante. Si può anche parlare di volere un apporto maggiore dall'alettone anteriore o posteriore, o se si vuole che la macchina sia più bassa o più alta se tocca troppo terra".

Una volta ponderate tutte le opzioni si passa alla fase successiva. "Esaminiamo tutto con attenzione – conclude Hamilton -. L'obiettivo è dare indicazioni al team su cosa deve concentrarsi. La priorità numero uno potrebbe essere che non si abbia abbastanza avantreno. La priorità numero due potrebbe essere che la macchina scappa ad alta velocità. La priorità numero tre potrebbe essere i freni, o qualcosa di simile. Poi tutti offrono il loro contributo per risolvere questi problemi".