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Morte Muriel Furrer, l’ultima sconcertante conferma: l’UCI si rifiutò di utilizzare il GPS sui ciclisti

A distanza di oltre un anno dalla tragica morte della diciottenne ciclista svizzera Muriel Furrer, l’inchiesta è ancora in corso e sono emerse inquietanti verità: l’UCI aveva rifiutato l’offerta gratuita di installare su tutti i 120 corridori juniores sistemi GPS di tracciamento in tempo reale. Che avrebbero potuto salvare la vita alla ragazza. “È chiaro che è stato commesso un grave errore” il dolore dei genitori, “e quando lo si commette ci sono dei responsabili: ad oggi non ce n’è uno”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il 27 settembre 2024 durante i Campionati del Mondo UCI di ciclismo su strada a Zurigo, moriva Muriel Furrer, giovanissima ciclista svizzera di soli 18 anni, caduta accidentalmente in una curva e ritrovata solo un'ora e mezza più tardi. Un lasso di tempo che risultò fatale per salvare la vita della povera ragazza, deceduta a seguito di un "trauma cranico severo con emorragia cerebrale interna" come riportano i bollettini medici. A distanza di oltre un anno, il processo per delineare le responsabilità di quella tragedia è ancora in corso, mentre sono emerse sconcertanti verità. Tra cui il rifiuto da parte dell'UCI di far indossare a ogni ciclista iscritto un tracciatore GPS, pur avendo ricevuto gratuitamente la possibilità di farlo da un ingegnere di Zurigo con il beneplacito del Comitato organizzatore dei Mondiali. Intanto, lo sconforto dei genitori di Furrer è totale: "Evidente che sia stato commesso un grave errore, ma ancora oggi restiamo senza alcuna risposta".

L'ultima sconcertante verità sulla morte di Muriel Furrer: l'UCI rifiutò di adottare i GPS in gara

L'UCI si rifiutò di equipaggiare di un sistema GPS di tracciamento in tempo reale per monitorare tutti i 120 corridori juniores nel corso dei Mondiali di ciclismo su strada 2024. La rivelazione è stata confermata da Le Temps che è entrata nell'analisi dettagliata di quanto accadde a ridosso della gara. Un ingegnere di Zurigo, Urs Sailer, aveva offerto gratuitamente un sistema GPS di tracciamento in tempo reale per monitorare tutti i 120 corridori juniores. Il comitato organizzatore locale, allora guidato da Olivier Senn, aveva accolto la proposta positivamente, inviandola tramite email formale all'UCI, nell'estate 2024. L'UCI l'ha respinta in toto, motivando con "preoccupazioni su interruzioni del segnale GPS" e la necessità di "ulteriori informazioni" prima dell'adozione ufficiale in gara del sistema di tracciamento. Per motivare le proprie perplessità, l'UCI aveva citato protocolli condivisi con l'EBU, l'Unione Europea di Radiodiffusione e un broadcaster di riferimento svizzero, SRF, che limitavano l'uso pubblico dei dati per motivi di diritti commerciali e sicurezza televisiva.

L'UCI sulla morte di Furrer: scoperta la caduta solamente a fine gara, per mancanza di dati in tempo reale

Durante i Mondiali juniores in cui morì Furrer, le biciclette erano equipaggiate con dei transponder, ma unicamente per il rilevamento del passaggio sul traguardo, con alcuni tracker GPS per la teletrasmissione. Ma i dati non erano accessibili in tempo reale agli organizzatori o alle squadre mediche, motivo principale – e fulcro dell'inchiesta tutt'ora in corso – della tragedia. Anche perché la stessa UCI ha ammesso in seguito che proprio questo aspetto ha impedito di rilevare l'immobilità di Furrer non prima della fine della gara, riconoscendo rallentamenti nella condivisione dei dati tra UCI, squadre e broadcaster. Tutto ciò comportò un ritardo enorme e fatale per il ritrovamento e il recupero della giovane ciclista finita in un dirupo.

Cosa accadde ai Mondiali di ciclismo 2024: Muriel Furrer soccorsa dopo 90 minuti di agonia

La ricostruzione di quanto accaduto il 27 settembre 2024 è agli atti: la caduta di Murrel avvenne ai margini di una zona boscosa vicino a Küsnacht senza che vi siano stati testimoni oculari né immagini televisive o di sorveglianza che avessero potuto catturare l'esatto momento dell'incidente. Le analisi tecniche e forensi successive sulla biciletta di Furrer così come i risultati sul manto stradale hanno confermato che tutto era regolare e in buone condizioni. Dall'inchiesta è emerso anche che Furrer sia rimasta a terra, presumibilmente incosciente e gravemente ferita, per circa 90/100 minuti, tra le 11:30 e le 13:00 circa, prima di venire scoperta da un addetto alla sicurezza del percorso, solamente davanti alla denuncia della sua assenza notata dal team a fine corsa, svolta senza radio o auricolari, vietati nelle gare juniores. L'allarme, dicono ancora le carte, è scattato intorno alle 12:30/13:00 quando Furrer è stata soccorsa e stabilizzata sul posto, poi elitrasportata all'Ospedale Universitario di Zurigo alle 12:52, dove è deceduta il giorno successivo.

Lo sconcerto dei genitori di Furrer: "Molte domande senza risposta, quando si commette un errore ci sono responsabili: ad oggi nessuno"

David Lappartient, presidente UCI, ha successivamente ammesso il ritardo dei soccorsi, ma ha anche dichiarato che "non è certo che un GPS avrebbe cambiato l'esito", riferendosi al decesso di Furrer, morta per un grave trauma cranico che le procurò una fatale emorragia cerebrale. Eppure a distanza di un anno dalla tragedia e a fronte dei fatti emersi, non è stato indicato un solo responsabile dell'accaduto. Gettando nello sconcerto più totale i genitori di Furrer, che hanno denunciato tutto il loro sconforto: "È chiaro che è stato commesso un grave errore. Muriel è stata trovata un'ora e mezza dopo l'incidente" ha sottolineato papà Reto a Pierre Carrey di Le Temps. "Se fosse stata trovata prima, avrebbe potuto avere una possibilità di sopravvivenza… Ci sono molte domande senza risposta, ma quando si commette un errore, ci sono dei responsabili: ad oggi non ce n'è uno. Sapere chi erano e cosa è successo esattamente può aiutare a impedire che qualcosa del genere accada di nuovo".

Inchiesta ancora in corsi: l'UCI rende obbligatori i GPS e ritira il numero di Furrer

Il Ministero Pubblico zurighese e la polizia cantonale stanno continuando le indagini senza una data di chiusura prevista, ma nessun procedimento penale è stato aperto. Il focus principale dell'accusa resta fisso sulle negligenze organizzative, con l'UCI e il comitato locale che hanno accettato di collaborare offrendo la propria disponibilità nel corso del processo. Ma ad oggi, la concreta risposta è stata una sola: l'UCI ha introdotto tracker GPS obbligatori per tutti i corridori agli ultimi Mondiali 2025, precedentemente testati al Tour de Romandie Féminin, e durante il Tour de Suisse 2025.

UCI che ha poi deciso di commemorare la diciottenne scomparsa, ritirando in segno di rispetto il numero di maglia nelle gare iridate femminili juniores: "Per rendere omaggio a Muriel Furrer, l'Union Cycliste Internationale (UCI) ha deciso che in futuro" si legge nella nota ufficiale, "il numero di gara 84 indossato dalla ciclista svizzera durante i Campionati del mondo di ciclismo su strada e paraciclismo su strada UCI 2024 a Zurigo (Svizzera) non sarà più assegnato nella gara su strada Junior femminile". Tutte misure necessarie e doverose, anche se su Muriel Furrer l'Unione Ciclistica continua a non rilasciare dichiarazioni.

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