Molano appoggia la bici ma la ruota continua a girare: il “doping tecnologico” spiegato dalla fisica

Il ciclismo è sempre sotto la lente di ingrandimento di occhi che cercano con costanza qualsiasi elemento per evidenziare trucchi e sospetti di fronte alle imprese dei campioni che pedalano per ore e ore scalando montagne o affrontando discese a velocità pazzesche, per molti oltre i limiti dell'umanamente possibile. E così, il video che ritrae Juan Sebastián Molano, corridore della UAE Emirates, che appoggia la sua bicicletta a terra in attesa del cambio è diventato subito virale scatenando un fiume in piena di diffidenti: la ruota posteriore, infatti, ha continuato a girare da sola senza alcun "aiuto" dei pedali, come spinta da un'altra forza. Per tanti è stata la conferma che il corridore colombiano stesse utilizzando qualche trucco per andare più veloce, ma la realtà è tutt'altro: spiegata da una semplice legge della fisica.
Il video per molti è risultato la lampante evidenza dell'utilizzo del cosiddetto "doping tecnologico", ovvero l'utilizzo di sistemi per aiutare i ciclisti ad andare più veloci, con l'utilizzo di sistemi per la pedalata assistita o veri e propri micro-motorini celati nel telaio delle bici. Quando Molano appoggia la propria bicicletta a bordo strada durante l'ultimo Baloise Belgium Tour 2025, nel corso della terza tappa a cronometro individuale, da Tessenderlo a Ham di 9,7 km, la ruota posteriore continua "misteriosamente" a girare senza alcun apparente motivo. Le immagini sono diventate immediatamente virali, con molti che hanno puntato subito il dito indice sul colombiano e l'ennesimo trucco utilizzato nel ciclismo.
Perché la ruota della bici di Molano può continuare a girare senza alcun trucco
Eppure, la realtà è che c'è una spiegazione molto più semplice e lineare che non c'entra alcunché con gli artefatti tecnologici sospettati sul web da centinaia di utenti. La ruota posteriore, nel momento in cui la bici viene adagiata sull'erba, resta "libera" di girare semplicemente perché non trova alcun attrito e nel momento in cui il mezzo viene messo a terra, la pedivella compie in quarto di giro, dando spinta alla ruota. Che per alcuni secondi continua il suo cammino quasi "magicamente" anche grazie ad un rapporto lungo utilizzato dal colombiano nella crono, la cui forza di inerzia ha permesso il tutto.
Cos'è il doping tecnologico e come il ciclismo lo combatte
Il "doping tecnologico" nel ciclismo esiste, ma è combattuto da sempre dall'UCI e dalle organizzazioni di corse attraverso specifiche modalità che impediscono di fatto qualsiasi tentativo di frode. Tutte le bici vengono rigorosamente controllate e pesate, sia metodicamente che a "campione". Nelle corse più importanti, come al Giro o al Tour, vengono sottoposte a veri e propri raggi X che ne perlustrano ogni millimetro del telaio interno. Impossibile riuscire a raggirare tali sistemi di controllo. Anche se i sospetti, come quello su Molano, non mancano come in occasione nel 2014 quando la ruota di Ryder Hesjedal proseguì a girare per inerzia dopo una caduta alla Vuelta. Anche in quel caso, frutto della fisica non certo di un motorino nascosto.