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Superlega europea di calcio

Lo sport rivoluzionato dalla Superlega: ora OneCycling diventa realtà, sarà la Champions del ciclismo

La storica sentenza della Corte Europea a favore della Superlega nel calcio che bandisce il regime di monopolio di Fifa e Uefa è una rivoluzione che abbraccia tutti gli sport. A esultare per primo, il mondo del ciclismo che da tempo aveva nel cassetto l'”OneCycling”, un progetto identico. Ora possibile.
A cura di Alessio Pediglieri
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La storica sentenza della Corte Ue a favore della Superlega nel mondo del calcio è una autentica rivoluzione, accettata con soddisfazione anche da altre discipline che da anni combattono contro monopoli di terzi nell'organizzazione di eventi e stagioni  a discapito degli investimenti economici compiuti dalle singole squadre. Così, a poche ore dal verdetto che spalanca le porte ad una nuova realtà nel pallone, anche il ciclismo esulta: "È ora che finisca la dittatura dei monopoli delle  organizzazioni sportive".

Il 20 dicembre 2023 sarà ricordato nella storia del calcio come la grande rivoluzione vinta. A distanza di due anni dal primo tentativo fallimentare dell'aprile 2021, la Superlega è diventata una realtà con tanto di sentenza della Corte dell'Unione Europea che di fatto condanna e bandisce il regime di monopolio di Uefa e Fifa per l'organizzazione di competizioni transnazionali. I club avranno maggiore autonomia, potranno gestire al meglio i propri introiti in base ai risultati ottenuti sul campo e non a sovvenzioni di terze realtà che generano divari sempre più enormi. Un modo totalmente differente di vivere e concepire il calcio, ma anche lo sport.

La approvazione della Superlega nel calcio ha così avuto un riverbero immediato e devastante anche nel restante mondo sportivo perché diventa nell0immediato il nuovo punto di riferimento sul quale rivolgersi, autorizzato dalle leggi della Comunità Europea votate al libero mercato. L'effetto domino è arrivato direttamente nel mondo del ciclismo, uno sport che da sempre sta portando avanti la propria personale battaglia per una gestione più equa e meno monopolistica delle corse e dal 20 dicembre, si è spalancata una nuova frontiera: "Stamattina mi piacerebbe essere una mosca sul muro dell'UCI e dell'ufficio del presidente David Lappartient" ha scritto Johan Bruyneel, ex campione belga di velocità e oggi affermato dirigente sportivo. "È ora che finisca la dittatura delle associazioni sportive. Questa è un'ottima notizia per il ciclismo professionistico".

Ma cosa centra la Superlega e la sentenza rivoluzionaria Ue con il mondo del ciclismo? Semplice: da anni diversi World Teams discutono di un nuovo progetto che è rimasto solamente sulla carta, ostacolato in primis proprio dall'Unione Internazionale che ha in mano l'intero mondo delle due ruote a pedali, l'UCI. Un progetto che è conosciuto nell'ambiente come "OneCycling", una sorta di Superlega del ciclismo che naviga sui tavoli delle società da tempo, col progetto di creare un proprio campionato inclusivo, con i principali team (proprio come nel calcio con Real, Juve e Barcellona) a fare da traino, come Jumbo-Visma, INEOS Grenadiers e Soudal Quick-Step.

Cos'è il progetto OneCycling, la Champions League del ciclismo

Da anni nel mondo del ciclismo professionistico circola un documento che da oggi potrebbe prendere realtà concreta. Si tratta del "OneCycling Project" e propone di mettere in comune tutti i diritti televisivi e la loro produzione. Persino di creare una nuova società, fuori dalle attuali organizzazioni transnazionali, per promuovere ulteriormente le gare, creando un vero e proprio campionato. Una rifroma totale che include nuove norme sulla sicurezza con gli organizzatori delle gare che dovranno affrontare maggiori controlli e formazione dei responsabili. Ma soprattutto permetterebbe una maggiore ridistribuzione economica, una sostenibilità effettiva e la riduzione del monopolio e del potere di poche organizzazioni (UCI e ASO su tutte) che oggi sono i veri padroni del ciclismo internazionale.

Adesso, grazie alla riforma nel calcio, tutto ciò potrebbe cambiare radicalmente. Le riforme  sul tavolo potrebbero diventare operative entro il 2026 e potrebbero vedere la creazione di una nuova categoria o gruppo di gare, in una vera e propria Champions League del ciclismo, la "Track Champions League", sotto l'egida dell'UCI ma con maggiori poteri e vantaggi per le squadre partecipanti, con tanto di accordi già raggiunti anche con la Discovery Sports Events che già coordina diversi eventi di Coppa del Mondo su pista.

Una nuova era che è sempre stata ostacolata fino ad oggi da un problema insormontabile, formato dal colosso UCI (l'Unione Ciclistica Internazionale) e dall'ASO (una delle organizzazioni più potenti di sempre che ha in mano, tra le altre, anche il Tour de France). Due padri-padroni che equivalgono di fatto all'Uefa e alla Fifa nel calcio, da sempre ostili a qualsiasi riforma che non li veda coinvolti direttamente nella gestione diretta. Fino ad oggi.

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