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Lance Armstrong accusato di correre il Tour con un motore nascosto nella bici

Altre infamanti accuse su l’ex ciclista Lance Armstrong: secondo l’ex capo dell’Agenzia francese antidoping Jean-Pierre Verdy nei 7 Tour de France lo statunitense non sarebbe solo stato dopato di EPO ma avrebbe anche utilizzato un motore nascosto nella bicicletta per staccare gli avversari in salita.
A cura di Michele Mazzeo
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Nuove pesanti accuse contro Lance Armstrong. Dopo esser divenuto la più grande truffa dello sport avendo vinto 7 Tour de France grazie al doping, l'ex ciclista americano è ora accusato anche di aver corso la Grand Boucle non solo da dopato ma anche con un motore nascosto nella bicicletta.  A rivolgere tali accuse allo statunitense è stato Jean-Pierre Verdy che ha trascorso gran parte della sua vita a caccia di imbroglioni nel mondo dello sport nel ruolo di capo dei controlli presso l'Agenzia francese antidoping.

Verdy in un'intervista rilasciata a France TV per promuovere il suo libro "Doping: my war against cheaters" nel quale alcuni segreti sui più grandi dopati della storia, dopo aver etichettato Lance Armstrong, vincitore di sette Tour de France tra il 1999 e il 2005, ha rivelato che l'ex ciclista statunitense è stato più volte coperto nella sua condotta anti-sportiva:  "Armstrong è la truffa più grande. Con complicità a tutti i livelli – ha detto infatti l'ex direttore dell'Agenzia Francese Antidoping –.Ha ricevuto un trattamento preferenziale. Molti mi hanno detto che non avrei dovuto attaccare le leggende, perché mi sarei ritrovato da solo".

L'ex numero uno dell'AFLD ha poi rivelato che a suo parere i metodi di Armstrong andavano oltre il "semplice" doping chimico: "Sono convinto che avesse un motore nella bici – ha detto infatti Verdy –. Ho ancora in testa le immagini di una tappa di montagna dove ha staccato tutti con una facilità imbarazzante – ha poi raccontato –. Alla fine della tappa, ho chiamato tutti gli specialisti che conosco e nessuno è riuscito a spiegare come sia possibile la sua performance, anche avendo assunto EPO. Qualcosa non andava e tutti gli specialisti mi hanno detto la stessa cosa. Ed erano tutte persone nel giro del ciclismo, che conoscevano bene la tappa – ha infine concluso –. Non è stato l'EPO a fare la differenza".

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