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La straordinaria “The Last Dance” di Elia Viviani: dalle lacrime in tribuna alla celebrazione finale

Elia Viviani è stato l’assoluto protagonista ai Mondiali di ciclismo su pista in Cile, conquistando la medaglia d’oro nell’inseguimento individuale. Nella sua ultima gara in carriera, celebrata con la scritta “The Last Dance”, l’ultimo atto di un campione unico capace di emozionare fino alle lacrime e venire celebrato universalmente. Per lasciare un’eredità a chi verrà dopo di lui: “Ora c’è una struttura, un movimento. Tanti ragazzi e ragazze che premono dopo di me: il futuro è nostro”
A cura di Alessio Pediglieri
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"The Last Dance", l'ultimo atto sportivo nel ciclismo professionistico di Elia Viviani è stato di quelli indimenticabili, che solamente pochi eletti e i veri campioni si sanno prendere e meritare fino in fondo. Nell'ultima giornata dei Mondiali di ciclismo su pista, in Cile, nell'ultima sua gara in carriera per un ritiro già ampiamente anticipato e motivato, il "Profeta" ha scritto la sua ultima opera sull'anello sudamericano, coronandosi d'oro nell'inseguimento individuale, per la terza volta in carriera, chiudendo un cerchio perfetto. Una giornata storica, vissuta da tutta la delegazione azzurra dal primo all'ultimo istante, culminata con le lacrime di gioia in tribuna della moglie Elena, il saluto di Viviani ad un mondo che è stato parte integrale della sua vita, e la celebrazione finale sul podio, con la medaglia d'oro al collo e la straordinaria umiltà di un campione unico: "Il mio più grande successo resta aver creato le basi per un vero movimento: il futuro è nostro".

L'emozione di Elia Viviani: "Proprio ciò che volevo, ma ero teso come fosse stata la mia prima gara"

Di volte, invece ce ne sono state ben tre con quella medaglia d'oro che vale il titolo di Campione del Mondo al collo nella specialità che lo ha consacrato al mondo della pista, l'inseguimento individuale. La prima fu nel 2021, poi il bis concesso un anno dopo nel 2022 e ora il fenomenale "triplete" iridato nel 2025, ancora più prezioso e pesante perché di chance non ce ne sarebbero state più. "Ero incredibilmente nervoso prima di questa gara a eliminazione, come se fosse la mia prima gara. È una bellissima conclusione di carriera, con la maglia iridata, proprio ciò che volevo e devo ringraziare la Federazione Italiana per questo. Mi hanno dato l'opportunità di farlo di nuovo e voglio ringraziare tutti i tifosi presenti, perché è stato un momento davvero speciale per me. Il Cile rimarrà a lungo nel mio cuore. Anche se la gara non mi ispirava molta fiducia all'inizio. Ma dopo i primi giri mi sentivo bene e dovevo solo concentrarmi sulla gara".

La vittoria di Elia Viviani nell'inseguimento individuale: Havik rinuncia, Campbell stampato al traguardo

Una gara da campione del mondo, in cui è riuscito ancora una volta a mantenere fede ai pronostici, qualità che solo i fuoriclasse hanno nel loro DNA: Elia Viviani era tra i favoriti della vigilia, l'Italia con lui puntava al podio, poi il 36enne di Isola della Scala ci ha messo del suo per strappare il gradino più alto. Da battere c'erano i migliori, dal campione in carica Tobias Hansen, a Yoeri Havik , William Tidball, Stewart Campbell e Jules Hesters. Viviani li ha tolti dall'anello uno ad uno, in una eliminazione a dir poco perfetta. Applausi e tripudio già nel momento in cui la sua maglia azzurra si era presa l'ultima parte di gara a tre, sfidando l'olandese Yoeri Havik (che si è subito defilato, accettando il bronzo) e  il neozelandese Stewart Campbell, con cui ha sprintato fino alla linea, trionfando. Mentre in tribuna Elena Cecchini, sua moglie nonché anche lei plurititolata ciclista su strada e pistard italiana, si scatenava tra esultante e lacrime di gioia, riprese in diretta TV.

L'inizio delle celebrazioni: Elia Viviani campione del Mondo, l'emozione all'Inno di Mameli

Una "The Last Dance" per Elia Viviani che è continuata, tra il tripudio della delegazione azzurra, circondato dall'entusiasmo dello staff guidato dal ct Marco Villa che è riuscito insieme alla collaborazione di tutti a dare al Profeta il clima perfetto per esprimersi al meglio in pista, scatenando la gioia non appena ha lasciato l'anello, ancora in trance per ciò che aveva appena compiuto. Una festa che è continuata tra gli applausi del pubblico presente a Santiago e che è proseguita senza interruzione prendendosi parte della scena dei Mondiali, celebrando uno dei più grandi campioni del ciclismo di sempre. Fino alla premiazione, con la medaglia d'oro al collo e alla commozione per il suo ultimo Inno di Mameli.

L'oro iridato di Elia Viviani, il terzo in una carriera da 91 successi e portabandiera olimpico

La carriera di Elia Viviani è stata un continuo inarrestabile di successi, tra strada e pista, ben 91 quelli ottenuti in poco più di 15 anni di ciclismo professionistico, vestendo le maglie dei Team più prestigiosi e coronando il sogno di ogni sportivo, vestendo e vincendo anche con la maglia della Nazionale. Fino alla consacrazione da parte dello sport italiano, eleggendolo a portabandiera alle Olimpiadi di Tokyo 2020,  insieme alla tiratrice Jessica Rossi. Con l'Unione Ciclistica Internazionale che gli ha tributato gli ultimi, doverosi, onori, anche sui propri profili ufficiali social.

L'eredità di Elia Viviani: "La più grande soddisfazione è aver creato un movimento, una struttura. Il futuro è nostro"

La straordinaria giornata mondiale si è poi conclusa con l'apoteosi della delegazione azzurra: Elia Viviani ha rotto il protocollo iridato, pretendendo sul palco tutti i componenti della squadra italiana presenti in Cile. Per poi venire ulteriormente celebrato con un mantello da campione, bianco con la scritta a caratteri cubitali "The Last Dance", la stessa apparsa sulle magliette indossate da staff e collaboratori azzurri. Segnale che la presenza di Elia Viviani nel ciclismo non si è conclusa il 26 ottobre 2025 ma ha semplicemente aperto una nuova pagina: "Volevo questa maglia iridata", ha spiegato a conclusione del tutto. "Ma la mia più grande soddisfazione è aver creato col Ct Marco Villa, un vero movimento: dopo le mie vecchie medaglie ne sono arrivate altre, con le ragazze e con i quartetti. Ora c'è una struttura, una federazione che ci crede, tanti giovani che premono. Il futuro è nostro".
Grazie, Profeta.

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