Il Tour de France 2025 conferma il flop del ciclismo italiano: nel ’96 in 61 al via, oggi solo in 11

Manca sempre meno al Tour de France edizione 2025: partenza il 5 luglio da Lille, poi due settimane di grande spettacolo tra Alpi e Pirenei fino al ritorno a Parigi per il grande finale. La corsa più bella, avvincente, importante e seguita di sempre però non vedrà l'Italia del ciclismo tra i protagonisti rischiando, pure, di fallire anche l'appuntamento con qualche momento estemporaneo di gloria. La 112a Grande Boucle difficilmente passerà alla storia per i colori italiani, con solo 11 partenti: un crollo senza fine di un movimento che era protagonista anche in Francia.
Il ciclismo italiano su strada a livello maschile sta vivendo il peggior periodo della propria storia, oramai da diversi anni. E poco vale la speranza di chi spera in un cambio generazionale votato al ritorno di qualche campione e al risanamento di un settore affetto da mali interni. Non sulla carta, ma concreto, certificato dalle gare e dai risultati. Così, dopo il Giro d’Italia in cui tutti i ciclisti azzurri sono più o meno naufragati già a metà percorso, salvando il solo Pellizzari perfetto gregario di Roglic e poi neo capitano Bora, ecco che ci si appresta a vivere un Tour de France dove l'Italia è praticamente spettatrice non pagante.
Il fallimento del ciclismo italiano: nel '96 in 61 al via del Tour, oggi in 11
Una discesa agli inferi del nostro movimento che non accenna a trovare il fondo. Gli anni d'oro dei '90 sono un ricordo sempre più sbiadito, quando al Tour si presentavano circa una cinquantina di nostri corridori alla partenza (top nel 1996 con ben 61 italiani in startlist). Ora se ne contano sulle dita di due mani e si rischia che una sia di troppo. Il record peggiore venne toccato nel 1983 con solo sei iscritti e a distanza di quasi 35 anni, ci ritroviamo nelle medesime pessime condizioni, anche un po' meglio della passata edizione, con solo 11 italiani al via da Nizza.

Chi sono i "reduci" del ciclismo italiano al Tour 2025
L'alfiere sulla carta di cui andare orgogliosi è sicuramente Jonathan Milan, che si presenta al Tour 2025 come capitano della Lidl-Trek: è lui l'uomo di riferimento per le volate e non deluderà dopo quanto di buono fatto vedere in questa Primavera. Poi, ecco l'altro totem azzurro, l'eterno Filippo Ganna, elemento ritenuto insostituibile dalla Ineos-Grenadiers che non ha potuto fare a meno di lui per questo Tour. C'è anche Simone Consonni nella Lidl di Milan che si dedicherà nel creare e gestire i treni di volata, e anche Edoardo Affini, promosso a pieni voti nella corazzata Visma costruita attorno a Vingegaard per contrastare l'egemone Pogacar: per lui, un debutto importante alla Grande Boucle a 29 anni.

Poi? Simone Velasco e Davide Ballerini che nella XDS-Astanas si presentano come coppia azzurra, alla ricerca di una possibile gloria giornaliera, ritenuta altamente improbabile dalla qualità generale e dalle forze messe in strada dal Team kazako. Infine Mattia Cattaneo, che si metterà a disposizione di Remco Evenpoel, terza forza e alternativa a Vingegaard e Pogacar, pronto a dire la sua per il belga in caso di scatti e tentativi di fuga in salita. Quindi Gianni Moscon inserito nella Bora Red Bull di Primoz e la coppia Alberto Dainese e Matteo Trentin nella Tudor di Alaphilippe. Nella EF Education EasyPost orfana di capitan Carapaz è stato inserito Vincenzo Albanese al suo esordio al Tour de France. Infine, il nulla: si preannuncia un Tour in cui i colori italiani partono sbiaditi e rischiano di sparire del tutto. Sconsolante.