Il ciclista israeliano Oded Kogut vince in Croazia: “Dedicato ai nostri odiatori, con il cuore”

Oded Kogut è il ciclista della Israel-Premier Tech che domenica ha vinto l'ultima tappa della Cro Race 2025. Quando è giunto al traguardo ha alzato le braccia al cielo poi ha portato le mani all'altezza del petto perché facessero da cornice al nome del suo Team accanto alla Stella di Davide. Un gesto chiaro, con il quale ha voluto mostrare con orgoglio le proprie insegne ("quelle che molti avrebbero voluto e vorrebbero cancellare"), rivendicare le proprie origini in un momento molto difficile a livello internazionale per il battage mediatico che grava sul suo Paese, per se stesso e per i compagni di squadra, per la sua famiglia che lo attendeva sulla linea di arrivo e ha abbracciato a fine corsa.
È stata anche l'ultima volta che ha potuto farlo con quel brand che campeggia sulla anteriore della divisa. La federazione internazionale, infatti, ha confermato in una nota che l'associazione "non gareggerà più con l'attuale nome e immagine di squadra, allontanandosi dalla sua attuale identità israeliana".
La dedica di Kogut: "Per chi pensava dovessimo essere espulsi"
Il corridore israeliano 24enne ha fissato quel momento nella storia e nella carriera: è riuscito a imporsi allo sprint spezzando la striscia di successi finora appartenuti a Paul Magnier della Soudal Quick-Step (ben quattro arrivi in volata nelle precedenti edizioni). "Non avrei potuto chiedere un finale migliore per questo tour in Croazia: una vittoria con la squadra migliore e la mia famiglia che festeggiava con me – ha scritto nel post su Instagram -. Grazie a tutti i ragazzi di Israel-Premier Tech. Non sarebbe stato possibile senza di voi: corridori, dirigenti, meccanici e staff".
Il pensiero di Kogut, però, è andato oltre. La grande soddisfazione provata quando è giunto primo sotto il diluvio è rivolta anche ad altri: "A tutti i nostri odiatori, a quanti pensavano che dovessimo essere espulsi da questo sport… questa vittoria è per voi, con tutto il cuore". L'euforia essere riuscito a piazzare la volata negli ultimi 150 metri regala a Kogut emozioni dolcissime, il retrogusto amaro è provocato dal momento che sta vivendo la sua squadra. "Questa vittoria significa molto, soprattutto dopo tutto quello che la squadra ha vissuto alla Vuelta a España. Sono molto felice di poter dimostrare che siamo all'altezza di queste corse".
L'Israel Premier Tech cambierà nome e identità
In una nota ufficiale condivisa nella giornata odierna la squadra ha confermato "la decisione di rinominare e rinnovare il marchio, allontanandosi dall’identità israeliana". Il motivo è tra le righe successive: "Nello sport, il progresso richiede spesso sacrifici, e questo passo è essenziale per garantire il futuro della squadra". Non c'era altra scelta per frenare l'emorragia di sponsor che avevano aperto alla possibilità di risoluzione unilaterale dei contratti in seguito al danno che stava causando alla loro immagine i riflessi della situazione internazionale. Una misura che entra nel corredo accessorio delle proteste accese che hanno caratterizzato la squadra israeliana durante la Vuelta, fino a bloccare la tappa finale a Madrid.
Addirittura negli ultimi eventi agonistici nel calendario del WorldTour la squadra ha partecipato con l'acronimo IPT e non con il nome ufficiale. "In vista della stagione 2026, Sylvan Adams ha deciso di fare un passo indietro rispetto al suo coinvolgimento quotidiano e non parlerà più a nome della squadra, concentrandosi invece sul suo ruolo di Presidente del Congresso Ebraico Mondiale".