William Pianu dopo il ritiro: “Ho fatto il barista, il commesso. La diagnosi mi ha distrutto”

Di William Pianu si erano perse le tracce dopo il ritiro dal calcio giocato, avvenuto a 34 anni e mezzo, nel 2010. L'ex difensore torinese – cresciuto nelle giovanili della Juventus, con cui ha vinto Scudetto e Viareggio assieme ad Alex Del Piero – ha legato la sua carriera soprattutto al Treviso (ci ha giocato complessivamente per 7 stagioni, in due tranche), militando anche in Triestina e Bari. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Pianu ha provato brevemente la carriera di allenatore, prima con i giovanissimi del Treviso e poi nel 2017 col Calvi Noale in Serie D. Una strada che non faceva per lui, almeno a quel livello, né gli faceva intravedere prospettive. Allora l'ex calciatore si è dovuto reinventare "con orgoglio e dignita" per sbarcare il lunario, finché lo scorso aprile non gli è arrivata la mazzata della diagnosi di un tumore: "Pensavo di morire. Ora proseguo le terapie, la malattia è in regressione".
Le difficoltà di William Pianu dopo il ritiro: "Il telefono non squillava. Dovevo lavorare, allora mi sono arrangiato"
Pianu è stato un onesto difensore con una carriera che ha bordeggiato la Serie A senza mai approdarvi (quasi 300 presenze tra B e C). Oggi a 49 anni racconta le difficoltà post ritiro: "Ho provato ad allenare, ma i dilettanti non sono il mio sport. L'occasione tra i professionisti non è mai arrivata – racconta alla ‘Gazzetta dello Sport', spiegando di aver fatto di tutto a quel punto per portare a casa uno stipendio – Puntavo in alto, il telefono però non squillava. Dovevo lavorare, allora mi sono arrangiato. Ho fatto il barista, il commesso in un negozio di abbigliamento e pure il magazziniere. Quando facevo il barista tornavo a casa a notte fonda. Come commesso stavo fuori tutto il giorno. Le mansioni da magazziniere mi piacevano. Ho sempre superato gli ostacoli con orgoglio e dignità".

La malattia diagnosticata ad aprile a Pianu: "Un tumore al sistema linfatico, sono stato 46 giorni in terapia intensiva"
Rimboccarsi le maniche non è stato un problema per William, uno che è arrivato al calcio professionistico con tanto lavoro. La rimonta sulla vita ha tuttavia subìto un drammatico stop con la malattia che lo ha colpito quest'anno: "Ho trascorso 46 giorni in terapia intensiva, pensavo di morire. Ad aprile mi hanno diagnosticato un tumore al sistema linfatico. I medici hanno scelto di intervenire subito. Sono stato in coma farmacologico, di quel periodo ho ricordi sbiaditi. Grazie al cielo però sono ancora qui. Prima di chiudere gli occhi ho stretto forte la mano di mia moglie Veronica. Le ho chiesto di avere cura della nostra bambina. Potevano essere le ultime parole che le dicevo".
"La diagnosi mi ha distrutto – racconta Pianu – Ho sofferto e mi dispiace aver fatto soffrire anche la mia famiglia. Non immagini mai possa capitare a te. All'ospedale di Venezia ho trascorso 46 giorni in cui ho rischiato di non svegliarmi. Poi sono cominciati i cicli di chemioterapia, ho perso 30 chili. Di tante partite che ho giocato, questa è la più importante della mia vita. Come in campo, non ho mai smesso di combattere. Ora proseguo le terapie, la malattia è in regressione. Fatico ancora a stare in piedi. Guardo qualche partita in TV, mi concentro sui dettagli e sui movimenti dei giocatori. Allenare ancora? Ci penso sempre, vorrei tornare in panchina".
"Ora a 50 anni ho soltanto un desiderio, la vita non torna più indietro"
Alla soglia dei 50 anni, Pianu ha in testa solo una cosa: "Non ho nessun rimpianto, sono felice. Nonostante la malattia. Ho soltanto un desiderio. A 50 anni voglio godermi ogni momento insieme a mia moglie e a nostra figlia. Non posso più ragionare a lungo termine. La vita non torna più indietro".