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“Violenze sessuali con accanimento animalesco”, l’avvocato di Portanova non ci sta: “Inesattezze”

Diffusi stralci delle carte del processo che vede imputato Manolo Portanova assieme ad altri tre giovani per violenza sessuale di gruppo e lesioni personali: “Percosse, sputi, insulti, accanimento animalesco sul corpo della ragazza”. La perizia di parte accerta danni “permanenti” per la donna, il legale del calciatore parla di “inesattezze”, invoca la presunzione di innocenza e chiede che si attenda il confronto nelle sedi opportune.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il suo Genoa è messo male nella lotta per la salvezza, a 6 punti dal quartultimo posto occupato dal Cagliari quando mancano 5 giornate al termine, ma per Manolo Portanova il calcio in queste settimane è sullo sfondo: in ballo c'è qualcosa di più importante di un pallone che rotola, c'è la sua vita. Il 21enne centrocampista rossoblù, che da dicembre in poi ha conquistato sempre più spazio nell'undici titolare ritrovando anche la maglia della Nazionale Under 21, è stato infatti rinviato a giudizio lo scorso 28 marzo per violenza sessuale di gruppo, un reato che è punito con la reclusione da 8 a 14 anni.

Negli ultimi giorni la diffusione di ampi stralci delle carte processuali, che descrivono una notte di violenza brutale sulla scorta della testimonianza della ragazza di 22 anni che accusa Portanova ed altri tre ragazzi, ha costretto l'avvocato del giocatore ad uscire allo scoperto con un comunicato ufficiale per cercare di mettere le cose nella giusta prospettiva, ovvero un processo ancora tutto da celebrare: sarà in quella sede che dovrà uscire l'accertamento della verità e le eventuali responsabilità. Intanto le rivelazioni fatte dal Secolo XIX sono tuttavia da brividi e sono sostenute da una prognosi messa nero su bianco in ospedale superiore a 40 giorni per la giovane, una studentessa senese.

Portanova con la maglia dell'Italia Under 21 nello scorso marzo
Portanova con la maglia dell'Italia Under 21 nello scorso marzo

E proprio a Siena si svolgono i fatti, nella sera di domenica 30 maggio 2021, quando il campionato è finito da una settimana e il Genoa – dove il centrocampista gioca da gennaio, trasferitosi dalla Juventus per 10 milioni – si è salvato con agio, classificandosi 11simo. La ragazza si reca in un appartamento della città toscana – di proprietà di un amico di Portanova – per raggiungere lì il rossoblù, che in chat ha soprannominato "il calciatore": "Avevo chattato con Manolo, che alla fine mi aveva invitato, mi piaceva", racconta la donna, che si presenta all'appuntamento con un'amica. Quest'ultima si apparta con un conoscente, mentre lei e Portanova cominciano a scambiarsi effusioni.

Da questo momento comincia il racconto degli orrori, nella testimonianza resa agli inquirenti dalla ragazza: "A un certo punto ho sentito la presenza di altre persone che ridevano in camera da letto. Mi sono alzata con la scusa di prendere una bottiglia d'acqua e ho acceso la luce: davanti a me c'erano tre uomini nudi". I quattro giovani la violentano – "ne abusavano in due o tre per volta", è scritto negli atti – ma la colpiscono anche in maniera selvaggia e umiliante: è uno scenario terribile, fatto di "violenze sessuali, percosse, sputi, insulti, accanimento animalesco sul suo corpo concepito come un oggetto".

Un incubo da cui la ragazza prova ad uscire implorandoli di lasciarla andare, ma non c'è nulla da fare: "Ho detto che non volevo, ma non si sono fermati. Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire, ma nessuno in realtà la cercava". Dopo mezzora la donna viene lasciata libera, va in bagno, è sotto shock. Manda un messaggio all'amica che sta nello stesso appartamento, che capisce subito che è accaduto qualcosa di grave. Successivamente la ragazza si reca al pronto soccorso di Siena, dove i medici la sottopongono ad una visita approfondita che accerta colpi ai fianchi, ai glutei e ferite profonde alle parti intime, dimettendola con una prognosi "superiore ai 40 giorni".

Manolo Portanova è atteso dall'udienza preliminare il 7 giugno
Manolo Portanova è atteso dall'udienza preliminare il 7 giugno

La vicenda ha segnato in maniera devastante la ragazza, cui sono stati certificati danni "permanenti" nella perizia medico legale di parte. In questi mesi in cui è ricorsa a sedute continue dallo psichiatra, ha sofferto di "stress acuto, ansia, oscillazione dell'umore e riduzione dell'appetito". "Quanto accaduto in quella terribile sera vivrà con me per sempre. Giorno dopo giorno, passo dopo passo", sono le sue parole. L'udienza preliminare del prossimo 7 giugno vedrà imputati per violenza sessuale di gruppo e lesioni personali, oltre a Manolo Portanova, anche suo cugino e un amico. Il quarto accusato di aver partecipato allo stupro di gruppo è un diciottenne, minorenne all'epoca dei fatti, per il quale è aperto un procedimento parallelo presso il tribunale dei minori.

Il legale di Portanova, Gabriele Bordoni, anticipa al Secolo XIX la linea difensiva: "Con ogni probabilità chiederemo di aver accesso al rito abbreviato (il giudice decide solo sulla base degli atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero, l'eventuale pena è scontata di un terzo, ndr). Si tratta di una scelta obbligata per evitare che tutte le parti rivivano una vicenda che ha portato a sofferenze. Abbiamo svolto indagini dalle quali a nostro parere emerge che il rapporto è stato consensuale". Una ricostruzione cui si oppone la ragazza, che tramite il suo avvocato Jacopo Meini fa sapere: "È stato un atto di violenza assurda e immotivata. C'era il consenso a un rapporto sessuale con il calciatore, non con gli altri. Ora voglio solo giustizia per quanto accaduto quella notte". Anche Portanova affida alcune parole al suo avvocato: "Da mio padre e dal mondo dello sport ho ereditato valori sani e il rispetto per tutti, in particolare per le donne. Sono addolorato per i danni psicologici patiti dalla ragazza".

Le rivelazioni degli atti processuali da parte del quotidiano genovese hanno indotto peraltro il legale del calciatore a diffondere un lungo comunicato tramite il profilo Instagram di Portanova, in cui sostanzialmente invoca la presunzione di innocenza e chiede di attendere il processo si celebri nelle sedi opportune e non sulla carta stampata: "Ho letto alcuni articoli usciti in questi ultimi giorni sulla cronaca locale genovese relativi al processo che interessa Manolo Portanova ed altri tre ragazzi. La vicenda viene trattata in termini unidirezionali, con alcune inesattezze e sulla scorta di atti risalenti, senza considerare – perché non noti – tutti gli sviluppi dell'indagine. Il confronto fra argomenti, prove e considerazioni logiche deve essere riservato alla sede propria, in cui le parti ed il giudice conoscono l'intera materia processuale. Trattarne invece approssimativamente e senza quella conoscenza crea soltanto ondate di opinione, capaci di pregiudicare quella serenità che è l'imprescindibile gradiente di un processo dedicato a chiarire una vicenda così delicata che vede interessati tutti giovanissimi".

"Credo, di contro, che il rispetto per chi si assume vittima sia sacrosanto, ma che lo debba essere anche per chi è presuntivamente non colpevole per dettato costituzionale, soprattutto se minore all'epoca del fatto. Ora, che nel nostro Paese si sia perso da tempo il senso dell'equilibrio è evidente a tutti, ma in alcuni casi si passa il limite quando si finisce per orientare i giudizi, avvelenando il clima attorno ad una vicenda processuale per condizionarne l'esito, laddove è dimostrato che i mass media possano incidere, magari in via subliminale, sulle sorte delle decisioni giudiziarie. Dopo aver visto i miei assistiti – nella cui innocenza credo assolutamente, conoscendoli sin da quando erano bambini – dipinti nei termini di cui si è letto in questi giorni, anche per rispetto del dolore dei loro genitori, sento il dovere di esternare queste mie riflessioni; senza tono polemico né di protesta e nemmeno per anticipare temi difensivi, ma soltanto per invitare tutti a recuperare quell'equilibrio e quella consapevolezza che devono guidare l'informazione, nell'interesse equidistante di tutte le parti coinvolte nel processo, oltre che del Giudice che dovrà scrivere la sentenza", conclude la nota dell'avvocato Bordoni. Si annuncia battaglia in tribunale.

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