Upamecano ha sofferto per la balbuzie: “Mi prendevano in giro”. E racconta come l’ha vinta

Dayot Upamecanu aveva paura di parlare. Da ragazzino si sentiva in soggezione per un difetto della pronuncia. Era un po' balbuziente e la sua vita si trasformava in un inferno quando i coetanei lo prendevano in giro per il problema che aveva. Taceva, preferiva restare in disparte. Fisico imponente, colonna del pacchetto arretrato dei tedeschi: lo vedi in campo e la prima cosa che ti viene in mente non è certo pensare che nasconda fragilità con le quali ha imparato a fare i conti fino a risolverle. C'è riuscito poco alla volta, trovando la forza psicologica ed emotiva e un aiuto speciale.
Quel disagio se l'è trascinato nel tempo e, anche se è riuscito a migliorarsi, gli ha fatto da zavorra anche in carriera: al Bayern Monaco, che l'aveva prelevato dal Lipsia per potenziare e rigenerare il pacchetto difensivo, la prima stagione è stata scandita da alti e bassi, s'è rivelata i chiaroscuro rispetto alle attese.
Provate a calarvi nella parte e nel ruolo, immaginate cosa possa significare per un calciatore che deve ‘urlare' ordini ai compagni di reparto, coordinarsi nei movimenti col portiere, farsi sentire con il più classico "uomo!" che indica la vicinanza di un avversario, avere difficoltà a comunicare. È stato frustrante e limitante, si spiega anche così la prima esperienza poco felice in Baviera.

Poi qualcosa è cambiato ma la fortuna c'entra nulla. Upamecano s'è messo a studiare, s'è affidato anima e corpo a un professionista che lo ha aiutato a modulare le corde vocali, a vincere la debolezza della balbuzie attraverso esercizi specifici. È stato lo stesso calciatore a raccontare la sua storia al quotidiano sportivo francese L'Equipe rivelando di essersi rivolto non a un medico ma un cantante d'opera. Gli ha insegnato a sfruttare le potenzialità del suo tono, a dosare la capacità della sua ugola, a lavorare sui toni e sulle sfumature così da ricavare forza da quella che era un debolezza.
"Ho avuto spesso difficoltà a comunicare con i miei compagni di squadra – ha ammesso il difensore transalpino -. E ho capito che avevo bisogno del supporto di un professionista per alzare il mio tono di voce nella maniera giusta, per riuscire a sfruttarla anche in partita per guidare la difesa". Chi è stato questo ‘dottore speciale'? "Un cantante che faceva l’opera… è grazie a lui se la mia voce s'è rafforzata anche attraverso il canto".

Difficoltà di ambientarsi e gestire le relazioni: c'è stato anche questo nella vita dell'uomo e dello sportivo Upamecano. "A volte superare certi problemi è solo una questione mentale – ha ribadito, riprendendo un concetto espresso già a Le Parisien -. È stato difficile perché sopportare il giudizio degli altri è dura ma sono riuscito a migliorare allenandomi molto". E il Bayern ha ritrovato il suo ruggito in difesa.