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Una delegazione di giocatori della Lazio prova a far cambiare idea a Sarri: lui lascia la stanza

Dopo le sue dimissioni da tecnico della Lazio, un gruppo di giocatori biancocelesti si è recato da Maurizio Sarri per provare a convincerlo a recedere dalla decisione: ma quando hanno preso la parola alcuni di loro, l’allenatore toscano ha lasciato la stanza.
A cura di Paolo Fiorenza
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Maurizio Sarri si è dimesso da allenatore della Lazio, non lo aveva mai fatto in carriera, così come non era mai accaduto per nessun tecnico di Lotito nella sua gestione ventennale. Questo fa capire il punto di non ritorno cui evidentemente era arrivato il rapporto tra squadra e mister in una stagione da dimenticare, culminata nelle ultime quattro sconfitte consecutive, con annesse eliminazione in Champions e nono posto in campionato. Nel pomeriggio di ieri, peraltro, una delegazione di senatori del club biancoceleste si è recata dal toscano, che tuttavia è uscito dalla stanza quando hanno preso la parola alcuni calciatori che non considerava sinceri nei suoi confronti.

In precedenza si era rivolto così a tutta la squadra, in ritiro punitivo a Formello fino a sabato: "Mi dispiace tanto, ma le cose che dico e che chiedo non vi arrivano più. Non mi seguite, troppi hanno un rendimento diverso dalla scorsa stagione. Bisogna cambiare, me ne vado", sono le parole riportate da Repubblica, che poi dà conto del tentativo di un gruppo di sei giocatori, tra i quali Immobile, Luis Alberto e Provedel, di far recedere l'allenatore dalla sua decisione.

Maurizio Sarri con Luis Alberto: il rapporto tra i due non è sempre stato facile
Maurizio Sarri con Luis Alberto: il rapporto tra i due non è sempre stato facile

Un tentativo andato a vuoto, visto che dopo aver ascoltato un paio di big, Sarri se n'è andato quando hanno parlato altri calciatori presenti: un retroscena, spiega il Corriere dello Sport, dovuto al fatto che il tecnico riteneva non del tutto sincere ma anzi artefatte quelle parole. A quel punto il dado era tratto senza possibilità di ripensamenti: con Lotito, impegnato in Senato, c'è stata solo una telefonata. Il presidente della Lazio, così come il Ds Fabiani, sono rimasti sorpresi dalla decisione del tecnico: non se l'aspettavano nonostante i risultati negativi, ed infatti non c'è pronto un Piano B immediato per rimpiazzarlo, visto che neanche si era mai ipotizzata l'idea dell'esonero.

La Lazio ha comunicato ufficialmente che in panchina a Frosinone ci sarà il vice Martusciello (rimasto in carica assieme a tutto lo staff, che non si è dimesso, di concerto con Sarri), intanto andrà avanti il casting tra i vari Rocchi, Klose, Parolo, Lulic, tutti ex molto amati, così come Brocchi le cui azioni sembrano in salita. Sarebbero tutti traghettatori per portare a giugno questa disastrata stagione, mentre altro discorso sarebbe per Igor Tudor, nome caldo come soluzione di più ampia prospettiva. Ma il croato – che ha molto mercato, era stato cercato anche dal Napoli – non si accontenta di pochi mesi, chiede almeno un anno e mezzo di contratto.

Quanto all'aspetto economico della separazione con Sarri, tutto è filato all'insegna del massimo accordo con Lotito: le dimissioni troveranno cornice formale in una risoluzione consensuale che garantirà all'ex tecnico gli emolumenti ancora dovuti per l'attuale stagione fino al 30 giugno, lasciando invece sul tavolo i 5 milioni netti, inclusi facili bonus, che avrebbe percepito l'anno prossimo. Una cifra davvero importante, sicuramente un gesto non da tutti.

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