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Tiritiello, il difensore-bomber: “La mattina vado a pescare in barca, il pomeriggio sono al campo”

Andrea Tiritiello racconta a Fanpage.it il suo sorprendente inizio di stagione con la Virtus Entella in Serie B, con cinque gol in sei partite casalinghe. Il difensore-bomber ha svelato i ‘segreti’ dietro le tante reti e ha parlato del suo legame con l’Isola d’Elba.
A cura di Vito Lamorte
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Andrea Tiritiello è uno dei protagonisti di questo inizio di stagione in Serie B. Il difensore della Virtus Entella, nato all’Isola d’Elba, è una delle sorprese di questa prima parte del torneo cadetto e si sta distinguendo anche come ‘bomber' improvvisato, con cinque gol in sei gare casalinghe.

Oltre al talento sul campo, Tiritiello è un ragazzo concreto e legato alle sue origini, con una passione per la pesca e un forte senso di gruppo che lo rendono un leader silenzioso nello spogliatoio. Il difensore toscano racconta a Fanpage.it il percorso che lo ha portato tra i professionisti, le tappe fondamentali della sua carriera e il legame con l'isola d'Elba.

Tiritiello, come momento sta vivendo di grande hype..
"Tutto bene, sono tranquillo. La mattina vado a pescare, il pomeriggio al campo. Mi alleno, poi la sera sto tranquillo a casa".

È un appassionato di pesca, interessante.
"Sì. Pesco dalla barca, comodo (ride, ndr). È una passione che porto avanti da tempo".

Bene, torniamo al calcio. La stagione da neopromossa della Virtus Entella è partita con il piede giusto, o sbaglio?
"Assolutamente. Abbiamo avuto un paio di passi falsi, ma il bilancio è buono. Soprattutto in casa stiamo tenendo un bel ritmo".

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E lei, nel frattempo, è diventato un difensore-bomber: cinque gol in casa nelle prime sei partite. Ci racconta il suo segreto?
"Segreti veri non ce ne sono. Ho sempre creduto nel gol: a volte la butti fuori, a volte va dentro. Le occasioni me le sono sempre create. Quest’anno gira bene… ed è iniziato tutto con una cena a casa di Boccadamo: serata fortunata, risotto speciale, e da lì cinque gol di fila".

Quindi il vero segreto è il risotto di Boccadamo…
"Esatto! La prossima intervista dovete farla a lui (ride, ndr)".

Si parla spesso dei singoli, ma la vostra vera forza sembra essere quella di un gruppo molto compatto. Conferma?
"Senza dubbio. L’anno scorso non eravamo favoriti, e neanche quest’anno. Quando gli altri sulla carta sono più forti di te, devi avere qualcosa in più a livello umano. Gruppo, equilibri, unità. È quello che ci ha portato a vincere il campionato, e che ci stiamo portando dietro anche in B".

Appunto: la scorsa stagione avete conquistato la promozione e la Supercoppa di C. Che annata è stata dal punto di vista umano?
"Bellissima. Partivamo per stare nelle prime quattro-cinque, poi si è creata un’alchimia speciale. Con la società, con lo staff, con i ragazzi. Chi arriva adesso trova un ambiente già costruito".

Parliamo delle sue origini. Tiritiello è nato all’Isola d’Elba e nel 2021 ha ricevuto la convocazione per la selezione elbana affiliata alla CONIFA. Che storia è…
"Un progetto interessante portato avanti da un signore molto appassionato. Hanno provato a creare una nazionale non riconosciuta, come Sicilia o Sardegna. Io non ho mai giocato, ma la convocazione c’era. Poi si è fermato tutto per mancanza di sponsor. Chissà, magari ripartirà".

Tiritiello ha militato in Serie D, in Serie C e in Serie B. Quanto è stata importante la gavetta per un calciatore?
"Importantissima. Ti fa crescere: fai presenze, fai esperienza, fai numeri. Quando arrivi in una categoria più alta non parti da zero".

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Ha girato tante città, da Nord a Sud. C’è una tappa che considera decisiva?
"Sì, quella con la Fidelis Andria. Mi presero senza conoscermi, a 22 anni, con un contratto minimo. Ero lontanissimo da casa e fu una stagione molto positiva. È stata la svolta: senza quell’anno lì forse oggi non farei questo lavoro".

E gli allenatori che ha avuto? Chi le ha dato di più?
"Ho sempre cercato di rubare qualcosa da tutti. Ho scritto pochi giorni fa a Gorgone per fargli l’in bocca al lupo (è il nuovo allenatore del Pescara): alla Lucchese mi ha insegnato tanto. E non posso non nominare Gallo per la stagione incredibile dell’anno scorso. Con gli allenatori mi sono quasi sempre trovato bene".

Chiudiamo con uno sguardo al futuro: che stagione sarà questa per l’Entella?
"Stiamo lavorando per essere più continui, soprattutto fuori casa. La Serie B è durissima: in una settimana passi dai playout ai playoff. Ma siamo positivi e carichi. L’obiettivo è portare la salvezza a Chiavari".

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