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Tifosi allo Stadio: la Lega prepara un dossier sui nuovi protocolli anti coronavirus

Un nuovo protocollo è al vaglio del Cts (il Comitato tecnico-scientifico) per riaprire gli stadi ai tifosi. Ma ci sono problematiche difficili da risolvere, soprattutto nelle curve dove è impossibile pensare al distanziamento. L’ipotesi più accreditata è un’entrata contingentata non superiore al 40%. La Lega sta preparando un dossier sui 17 stadi di Serie A.
A cura di Alessio Pediglieri
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Prima o poi si ritornerà allo stadio. I tifosi stanno seguendo con vivo interesse le evoluzioni sul tema, visto che  – al di là delle tempistiche – si ha la volontà unanime di riportare la gente sugli spalti, in modo graduale ma con lo scopo di ridare il pubblico al mondo del calcio. Così, oltre alle richieste e alle proposte che stanno arrivando da più direzioni, il Cts (Comitato Tecnico-Scientifico) si è messo al lavoro per definire un eventuale nuovo protocollo di sicurezza, in grado di garantire la salute di tutti permettendo di rivivere le emozioni del campo direttamente dagli spalti.

Nuove linee guida, questo è il diktat del Cts in vista della ripartenza della nuova stagione a settembre quando direttive meno restringenti entreranno in vigore. L’obiettivo è chiaro e manifesto: evitare la nascita di nuovi contagi da coronavirus e non creare nuovi possibili focolai. Tutti richiedono i tifosi allo stadio, dalle società alle televisioni, ai diretti interessati. Il calcio in tv va bene, ma stanca. A poco valgono le soluzioni adottate (sottofondo registrato, monitor sugli spalti, effetti grafici, audio a bordo campo amplificato).

Ma come fare? La Lega ha analizzato la situazione dei 17 stadi del massimo campionato italiano, secondo le direttive del Cts che ha richiesto una mappatura degli impianti. Per capire il piano da attuare servono elementi dettagliati, stadio per stadio valutando vie d’accesso, possibilità di distanziamento, uscite d’emergenza. Solo successivamente si potrà presentare una proposta che possa venire condivisa dalla Figc, con il presidente Gravina pronto a presentarla al Governo.

Le problematiche strutturali sono molteplici: se in alcuni settori (tribune e posti abbonati) la soluzione è facile ed evidente (mascherine, distanziamento tra seggiolini, entrate separate) il nodo della questione resta all'interno del tifo più caldo, quello delle curve dove è impossibile pretendere l'assenza di assembramenti. La soluzione – al vaglio anche da parte dei club – è di razionalizzare il tutto proponendo una percentuale che varia dal 25 al 40%. In questo modo si sarebbe autorizzati a ridurre anche le persone da inserire in Curva con buona pace degli ultrà.

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