Spalletti spiega i limiti di Zhegrova e cerca qualcuno in sala stampa: “Dove sono quelli?”

La Juventus si porta a casa tre punti fondamentali per avvicinarsi nuovamente alle zone alte della classifica di Serie A. Il successo per 2-1 sulla Roma arrivato dopo i tre punti centrati in casa del Bologna consentono a Luciano Spalletti di vivere un Natale sicuramente più sereno e consapevole della forza di una Juventus che allo Stadium ha mostrato gli artigli. Negli uomini, nel gruppo, nel gioco, ma anche nei singoli. Spalletti ha analizzato tutti questi fattori e si è poi concentrato su alcuni calciatori in particolari, uno su tutti: Edon Zhegrova.
Il kosovaro è entrato in campo nel secondo tempo per sostituire Conceicao e nella sua partita pesa sicuramente l'errore che ha portato alla ripartenza della Roma capace poi di segnare la rete con Baldanzi. Nel mezzo tante cose buone da parte dell'ex Lille capace di infiammare come pochi lo Stadium. Ma a Spalletti qualcosa non piace, e si rivolge in sala stampa dopo la partita a tutti coloro i quali chiedevano a gran voce un suo utilizzo più frequente nell'undici titolare. Il tecnico bianconero li cerca, rivolgendosi ai giornalisti che con insistenza gli avevano chiesto informazioni più dettagliate sul suo utilizzo: "Dove sono quelli?". E così inizia un ragionamento più chiaro sulle condizioni del kosovaro.
"Quante volte si è parlato di lui?". Spalletti esordisce così aprendo una sorta di ampia discussione sul giocatore: "Quando lo porti nella tua metà campo non ti fanno ripartire perché ti manca uno a fare quello che fanno tutti e se ti manca uno loro quest'uno in più te lo fanno valere – aggiunge -. Poi quando lo porti a fare 20 metri più avanti, a fare gli uno contro uno, è un altro discorso". Qui Spalletti esalta totalmente l'operato di Zhegrova riconoscendo le sue enormi doti in fase offensiva che hanno portato la Juventus più volte a creare occasioni da gol importanti davanti a Svilar: "Cioè ha fatto due cross che potenzialmente erano due gol perché gli dà delle frustate, te la tira in testa".
E spiega ancora: "Basta che uno stia fermo, te la tira in testa e tu fai gol – ribadisce -. Però poi bisogna che tu sia bravo a riportarlo lassù senza il suo contributo, perché quegli altri ti mettono lì, ti costringono poi a fare quella cosa lì in inferiorità numerica. Non ha lo strappo di 70 metri, e contro queste squadre qui diventa difficile perché poi ci ha dato due palloni, per cui bisogna stare dentro questo questo equilibrio". In pratica Spalletti sottolinea i limiti del suo giocatore: "La speranza è che i due palloni che ti dà ti producano qualcosa e che quegli altri poi in inferiorità numerica dentro la metà campo riescano a sopperire alla qualità che hanno gli avversari".