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Spalletti racconta la sua esperienza all’Inter: “Tante cose fatte per creare problemi”

Spalletti alla vigilia del match tra Napoli e Inter è tornato sulla sua esperienza in nerazzurro analizzando alcune situazioni che hanno creato problemi prima della separazione.
A cura di Vito Lamorte
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Luciano Spalletti torna per la prima volta a San Siro da avversario dell‘Inter dopo aver guidato i nerazzurri per due stagioni. E lo fa da capolista con il Napoli. Il tecnico di Certaldo dopo un periodo di stop è tornato in pista e lo ha scelto di farlo con il club azzurro: i partenopei stanno disputando un inizio di stagione importante e dopo la mancata qualificazione alla Champions non era affatto facile. La conferenza stampa alla vigilia del match del Meazza di apre sulla positività al Covid di Matteo Politano: "Che possa succedere qualcosa all'ultimo momento fa parte delle difficoltà della stagione. Forse vi siete dimenticati che nelle prime due partite di campionato noi abbiamo giocato con tre centrocampisti perché s'è fatto male Demme, così come Zielinski dopo 20′ col Venezia. Inoltre non si aveva Anguissa. Si avevano tre centrocampisti di numero e si giocava con quelli lì. Si lascia il dubbio prima di giocare che l'assenza di un giocatore ci faccia perdere la partita o ci faccia fare una provo sotto livello? È un ragionamento scorretto".

In merito al tipo di partita che si aspetta domani Spalletti ha affermato: "Sarà una partita in cui tutte e due le squadre andranno alla ricerca della vittoria perché hanno bisogno dei tre punti. Loro stanno in campo con una conformazione geometrica diversa dalla nostra e ci sarà da coprire gli spazi che loro prenderanno in fase di possesso perché loro sono bravi con gli esterni a tutta fascia. Le intenzioni sono sane da parte di tutte e due le squadre. L'Inter ha fatto vedere in passato e quest'anno con Inzaghi di fare bene".

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L'allenatore del Napoli ha fatto un bilancio sulla sua avventura all'Inter e si è soffermato anche su alcuni aspetti che hanno creato molte difficoltà nel suo ultimo periodo a Milano: "Con me diventa facile questo discorso perché io parlo con pochi, io sono sempre solo. Amici, non amici, spero che non mi fischino e queste cose qui? Per me la gente può fare ciò che vuole. Ho preso fischi e insulti da tante parti. Ma io guardo il mio lavoro, non quello degli altri. Quando vado via da un club guardo se ho lasciato i conti migliori e se ho vinto qualche partita. Ma si pensa a ciò che faccio io, non paragonato a ciò che fanno gli altri. Poi uno dà il taglio che vuole alle cose. In base alle amicizie e i contatti che si hanno. Io ho finito all'Inter con la difficoltà della gestione in quel momento lì, con tutto ciò che veniva fuori per creare delle difficoltà. Non ho dato colpa a nessuno di quel quarto posto, ho finito e sono andato a casa perché mi avevano mandato a casa".

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