Siviglia, Suso e la Serie A: “Un giorno tornerò. L’Inter? Vicinissimo ai tempi di Spalletti”

Suso è tornato in Spagna, a gennaio poco prima che tutto si fermasse, per ritrovare se stesso e le sue giocate. Ha scelto Siviglia, la Liga e il ritorno in Champions League con il club spagnolo che a oggi, con il calcio fermo e la tangibile possibilità di non ripartire più, risulterebbe qualificato tra quelli alla prossima edizione alla massima competizione continentale. Al contrario del Milan che in Serie A è fuori da ogni Coppa.
Una scelta, dunque, che si è rivelata vincente anche perché a Siviglia Suso è tornato a giocare titolare con regolarità e qualità, aspetto precluso negli ultimi mesi in rossonero dove oramai conosceva più la panchina che il campo, tra polemiche e contraddizioni tattiche. Tutti problemi assenti in Spagna dove ha ricevuto negli ultimi sei mesi anche forti manifestazioni d'affetto da parte dei suoi nuovi tifosi.
Nostalgia dell'Italia, la stima per Gattuso
Il Milan non manca a Suso, anche perché nelle ultime circostanze era diventato quasi impossibile convivere con una situazione che appariva sempre più compromessa soprattutto da un punto di vista sportivo: "Mi manca la città, Milano mi ha permesso di crescere e maturare e in parte devo ringraziare anche il Milan. Nella società mi sono trovato bene un po' con tutti ho avuto ottimi rapporti con Gattuso, una delle migliori persone che abbia mai trovato nel mondo del calcio".
Il futuro si chiama Champions league
In Italia Suso si è realizzato, ma il suo presente e futuro è in Spagna: "Forse un giorno tornerò in Serie A ma adesso sono concentrato sulla Liga. Con il Milan non ho mai giocato la Champions League, siamo sempre in Europa League. Qui ho la possibilità di giocarla, sarebbe bellissimo".
La Fiorentina, l'Inter, la Roma
Tra le tante squadre che lo hanno cercato prima di andare in Spagna, ci sono state diversi club italiani di serie A: "Mi sono sentito con la Fiorentina è vero, ma in passato sono stato molto vicino all'Inter di Spalletti. Aveva un sistema di gioco che mi piaceva e in cui avrei potuto dire la mia. Ma ero del Milan, non era facile passare in nerazzurro. La Roma? C'eravamo sentiti anche con Monchi, ma nulla di più di semplici formalità".