Roma, chiesto un prestito da 6 milioni di euro per pagare gli stipendi
Questa sera la Roma torna in campo per onorare gli impegni di campionato, giocando la 27a giornata di campionato con la sfida alla Sampdoria allo Stadio Olinpico. Calcio di inizio alle 19.30 per il nuovo debutto giallorosso degli uomini di Fonseca. Attenzione, dunque, al verdetto del campo, ma non solo. C'è anche un'altra partita che in queste ore si sta giocando ed è quella sul piano finanziario, dove la società giallorossa si è dimostrata in gravi difficoltà economiche con un bilancio in rosso e la necessità di cercare dei fondi per provvedere al pagamento regolare degli stipendi. Secondo diverse fonti finanziarie, anche se il club di Pallotta non ha commentato la notizia, il club capitolino avrebbe deciso così di sfruttare il Decreto Liquidità per ottenere a tassi vantaggiosi un nuovo finanziamento, che si aggiunge ai 30 milioni già concordati con il patron italo-americano, che ha acquisito attraverso una trattativa che ha previsto anche uno sconto di 4 milioni, un pacchetto di crediti futuri della società.
La richiesta presentata al fondo di garanzia dell’istituto Mediocredito, è nell’interesse annuo, che è fissato al tasso agevolato del 2,35%. Il prestito ha durata di 6 anni, verrebbe erogato dalla Banca Popolare del Lazio e il club ha indicato come finalità per ottenere tale prestito il pagamento regolare dei propri dipendenti. Ovviamente, il lato oscuro è che con questa strategia l’indebitamento complessivo aumenta. Al 31 marzo la Roma aveva superato già oltrepassato la soglia dei 280 milioni di euro ai quali si devono anche aggiungere altri 30 milioni che ha prestato Pallotta e che il club dovrà rimborsare entro il novembre 2021.
Con l'ultima richiesta di prestito, si è arrivati alla ragguardevole soglia dei 320 milioni di euro ma senza più ricavi, a causa della pandemia che ha costretto a più di tre mesi di mancate entrate, in questo momento il Consiglio d’amministrazione ha l'obbligo di ricorrere a qualsiasi strumento opportuno per agevolare la gestione dell’attività quotidiana e rimandare questioni di bilancio, in divenire.
