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Perché il Napoli non rischia penalizzazioni per Osimhen nonostante le plusvalenze “gonfiate”

L’avvocato, Fabio Fulgeri, chiarisce la posizione del club alla luce della ricostruzione dei dialoghi che, secondo gli inquirenti, dimostrerebbero come i bilanci tra il 2019 e il 2021 siano stati gonfiati per alterare i bilanci. “C’è nulla di penalmente rilevante e a livello sportivo il caso è già archiviato”.
Intervista a Fabio Fulgeri
Avvocato penalista patrocinante in Cassazione
A cura di Maurizio De Santis
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Cosa rischia il Napoli dopo la pubblicazione dei dialoghi intercorsi tra mail e chat sul caso delle plusvalenze sospette per la trattativa col Lille e l'ingaggio di Victor Osimhen? A livello sportivo, più nulla. Lo conferma anche Fabio Fulgeri, uno degli avvocati del collegio difensivo che segue il caso. "Il club è stato già giudicato e prosciolto dalla giustizia sportiva. E la Procura federale ha anche ricevuto nei mesi scorsi tutta la documentazione inviata dai pm, ma non ha ritenuto vi fossero gli estremi per riaprire il fascicolo e un eventuale procedimento nei confronti della società. Quindi, la posizione del Napoli è ormai archiviata".

Perché il Napoli non rischia penalizzazioni: il caso è diverso dalla Juve

È la notizia che più interessa ai tifosi partenopei e, implicitamente, dà anche la risposta a un altro quesito che pure spopola sui social in queste ore: perché il Napoli ha ricevuto un trattamento diverso dalla Juventus e perché non rischia la penalizzazione? La risposta è sempre nelle carte. Questa volta della Procura di Chiné che non ha rilevato elementi nuovi né il loro eventuale valore probante (il riferimento, per esempio, è alla cosiddetta "carta Paratici" per i bianconeri) rispetto all'analisi della documentazione relativa, oltre che alla vicenda del nigeriano, anche all'operazione ManolasDiawara con la Roma. Affari a causa dei quali il Napoli era stato sì chiamato a difendersi dalle contestazioni agli articoli 4, 6 e 31 del Codice di Giustizia Sportiva ma per i quali nei due gradi era stato sempre assolto. E, di fatto, dal 2022 non costituiscono motivo di ansia per i riflessi sul campionato e sulla classifica.

Le frasi nelle intercettazioni: "Normale dialettica tra compratore e venditore"

"Dagli atti di indagine che sono trapelati attraverso le notizie diffuse dalla stampa non si evince alcun disegno illecito – ha aggiunto Fulgeri -. Ci troviamo dinanzi a una normale dinamica di una trattativa relativa alla compravendita di calciatori e per la quale c'è nulla di rilevante dal punto di vista penale".

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Se la questione sportiva non comporta rischi, diversa è la posizione a livello del presidente, Aurelio De Laurentiis, e dell'amministratore delegato, Andrea Chiavelli, per i quali la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per falso in bilancio che, secondo la tesi gli inquirenti, si sarebbe verificato nelle tre stagioni dal 2019 al 2021. Come? Gonfiando in maniera artificiosa il rendiconto finanziario ricorrendo alle plusvalenze. E il fatto che il massimo dirigente del Lille abbia detto "pagherete a un prezzo inferiore ma con valore nominale necessario per chiudere" sarebbe la conferma – per gli inquirenti – che c'è qualcosa di torbido nella gestione della transazione e, più in generale, della società.

Gli ex Giuntoli e Pompilio: "Sono persone informate sui fatti, non indagati"

È quanto si evince dalla ricostruzione delle interlocuzioni tra dirigenti, a mezzo chat o messaggi, emerse in queste ore: tirano in ballo, oltre all'AD e al presidente, anche l'ex direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, e l'ex collaboratore, Giuseppe Pompilio, che all'ex DS raccomandava di "non scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano".

"Anzitutto, va chiarito che né Giuntoli né Pompilio risultano indagati ma entrambi sono stati ascoltati dalla Procura di Roma perché ritenuti persone informate sui fatti – ha precisato ancora il legale che si occupa della vicenda assieme ai colleghi Lorenzo Contrada e Gaetano Scalise -. Ed entrambi hanno già spiegato tutto agli inquirenti in maniera dettagliata, rendendo dichiarazioni puntuali e convincenti".

Però, quella frasi fanno un certo effetto… "Quelle frasi riportate dalle intercettazioni, la cui pubblicazione ha violato il diritto di riservatezza, sono state tratte da un contesto dialettico molto più ampio. Ossia, una normale interlocuzione tra un venditore e un compratore. Ecco perché riteniamo che ai fini accusatori quelle affermazioni siano irrilevanti dal punto di vista probatorio".

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Il 6 novembre si decide sul rinvio a giudizio: "Abbiamo una consulenza tecnica di alto profilo"

C'è il rischio che il giudice per l'udienza preliminare di Roma possa avvertire la pressione mediatica in vista del 6 novembre? Allora, infatti, dovrà decidere se archiviare il caso oppure rimandare tutta la questione a processo. "Il giudice deve decidere solo sulla base dei dati di fatto, delle prove evidenti – ha concluso Fulgeri – non certo sulle indiscrezioni giornalistiche. Oltretutto siamo pronti a depositare anche una memoria difensiva arricchita da una consulenza tecnica di altro profilo, che dimostra come il Napoli abbia lavorato nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti".

E se arriva ugualmente il rinvio a giudizio? "Lo affronteremo serenamente. Restiamo convinti che si potrà dimostrare l'innocenza dei nostri assistiti anche in caso di processo".

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