Perché Bisseck non è stato espulso per aver commesso fallo da ultimo uomo su Giovane in Verona-Inter

Non mancheranno polemiche dopo la vittoria dell'Inter a Verona. A far discutere l'episodio che ha visto protagonista Bisseck, che è stato ammonito per un intervento in scivolata sul Giovane lanciato in campo aperto da un retropassaggio di Sucic.
La panchina, e lo stadio, gialloblù ha chiesto l'espulsione all'arbitro Doveri ma a termini di regolamento la scelta del direttore di gara è corrette: la regola dell’ultimo uomo non esiste più ed è stata rimpiazzata dal concetto di DOGSO, e in questo caso l’arbitro ha valutato che non lo fosse vista la dinamica dell’azione.

Perché Bisseck non è stato espulso per il fallo su Giovane in Verona-Inter
Al 66’, Bisseck entra su Giovane e alle sue spalle c'è solo Sommer: solo cartellino giallo? L’attaccante veronese intercetta un retropassaggio corto di Sucic, sorprendendo il difensore tedesco dell’Inter. Bisseck tenta il contrasto in scivolata e colpisce nettamente Giovane, ma l’arbitro Doveri assegna solo il cartellino giallo, spiegando che la palla era leggermente direzionata verso l’esterno, rendendo l’intervento marginalmente meno pericoloso. Episodio al limite che ha scatenato le proteste dei padroni di casa.
Luca Marelli, ex arbitro e commentatore per DAZN, ha analizzato così l'episodio principale di Verona-Inter: "Fallo di Bisseck? Non è da espulsione. Inutile analizzare il fermo immagine, va visto in dinamica dove sta andando il pallone. Uno dei parametri è la direzione generale dell'azione. Il pallone va velocemente verso la parte destra, si vede benissimo che il pallone va sull'esterno. Scorre molto lontano dal centro del campo e va nella zona dove per altro c'è Sucic. Manca sicuramente un parametro per il rosso e forse ne manca anche un secondo, cioè la posizione dei difensori. Perché nella zona della direzione del pallone c'è Sucic. Al 92′ non c'è rigore su Esposito, non c'è trattenuta, troppo poco per un rigore".
I criteri del DOGSO e le sanzioni
DOGSO è l'acronimo di "Denying an Obvious Goal-Scoring Opportunity" e significa "negare un'evidente opportunità di segnare un gol" nel calcio. Si applica quando un difensore commette un fallo per impedire a un avversario di segnare un gol in una situazione chiara. A seconda delle circostanze, può comportare l'assegnazione di un calcio di rigore, l'espulsione o l'ammonizione del giocatore che ha commesso il fallo.
L'arbitro valuta il DOGSO utilizzando quattro criteri principali:
- Distanza dalla porta: La distanza tra il punto in cui è stato commesso il fallo e la porta.
- Direzione generale dell'azione: La direzione verso cui si sta muovendo l'azione.
- Probabilità di mantenere o guadagnare il controllo del pallone: La possibilità per l'attaccante di mantenere o prendere il possesso del pallone.
- Posizione e numero dei difendenti: La posizione e il numero degli altri difensori in campo.
Le conseguenze disciplinari:
- Calcio di rigore: Viene assegnato un calcio di rigore quando l'infrazione avviene all'interno dell'area di rigore.
- Espulsione (cartellino rosso): Generalmente, se il fallo non è genuino e non viene tentata una contesa leale del pallone, il fallo comporta un'espulsione, soprattutto se è commesso fuori area.
- Ammonizione (cartellino giallo): Se il difensore cerca genuinamente di giocare il pallone (ad esempio con una scivolata) e commette fallo all'interno dell'area, l'infrazione può essere considerata un DOGSO "genuino" e sanzionata con il solo calcio di rigore e il cartellino giallo.