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Nicola Amoruso a Fanpage.it: “Suarez più adatto di Dzeko per la Juventus di Pirlo”

Nicola Amoruso ai microfoni di Fanpage.it si è soffermato sul mercato della Juventus, che cerca il prossimo centravanti e nelle ultime ore prende sempre più corpo l’ipotesi Luis Suarez: “Meglio Suarez di Dzeko, ha vinto tanto e ha già convissuto con un fuoriclasse come Messi, può essere un vantaggio”. Sul cambio in panchina tra Sarri e Pirlo afferma: “Sarri ha ottime idee ma ha peccato nella gestione dei big. Pirlo è un rischio calcolato”. Due parole anche sulla campagna acquisti della Reggina: “Vogliono subito la Serie A”.
A cura di Vito Lamorte
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"Sarri ha ottime idee ma ha peccato nella gestione dei big. Pirlo è un rischio calcolato". Così Nicola Amoruso, ex attaccante girovago della nostro calcio ha parlato dell'avvicendamento sulla panchina della Juventus tra Maurizio Sarri e Andrea Pirlo deciso dalla società campione d'Italia. Ai microfoni di Fanpage.it l'ex punta pugliese, che in Serie A ha militato in 13 squadre andando in gol con 12 di esse (si tratta di due record per il calcio italiano), si è soffermato sul mercato, sia quello che riguarda il prossimo centravanti della Vecchia Signora che della Reggina, su alcuni temi che riguardano il prossimo campionato e ha rivelato qual è il rimpianto più grande della sua carriera.

La Juventus nelle mani e nella testa di Andrea Pirlo: come giudica la scelta di un esordiente per guidare la squadra nove volte campione d’Italia?
“Dopo l’addio ad Allegri l’intenzione era chiara, ovvero quella di andare a migliorare la qualità del gioco con un tecnico che di idee ne ha ma Sarri ha avuto problemi di gestione e le cose non sono andate bene. La scelta di Pirlo è una specie di rischio calcolato perché è vero che stiamo parlando di un esordiente ma evidentemente deve aver fatto subito una buona impressione sulla dirigenza e su Agnelli per convincerlo a questo passo”.

Cosa non ha funzionato tra Sarri e la Juventus?
“Dopo annate belle a Napoli e una vincente all’estero la Juventus aveva puntato su Sarri ma la scelta si è rivelata sbagliata. Da quello che sembra lui non ha mai avuto feeling con la squadra e con i giocatori importanti e quando manca questo è difficile lavorare bene. Gestire i campioni non è facile e bisogna essere all’altezza, non hai i soldatini ma persone con storie che non hanno bisogno di essere solo dettate degli schemi ma c’è bisogno di un rapporto”.

Negli ultimi giorni sono stati accostati diversi attaccanti alla Juventus (prima Dzeko e ora Suarez): quale crede sia il profilo giusto per muoversi insieme a Dybala e CR7?
“Sono due calciatori straordinari ma avere un calciatore che ha già vinto tanto come Suarez e che ha già convissuto con un fuoriclasse come Messi può essere un vantaggio. L’uruguagio si è dimostrato un attaccante in grado di fare gol ma di essere bravo anche come spalle, come uomo assist e che si mette a disposizione dei suoi compagni. Certo, anche lui ha 33 anni ma abbiamo capito che la Juve è alla ricerca di un profilo di esperienza“.

Come giudica la parabola di Higuain? Da acquisto più costoso a calciatore non più utile al progetto. Lei che è stato un attaccante importante come giudica la parabola del Pipita?
“Il talento puro che dal punto di vista della professionalità non è stato eccellente. Ci sono state problematiche già con Allegri e ora è finito fuori dal progetto. Peccato perché Higuain in formato super alla Juventus poteva servire ma con accadde qualche tempo fa c’è stata una bocciatura che non è tecnica ma comportamentale e ora è successa la stessa cosa”.

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La Serie A che inizierà il 19 settembre potrebbe portare il decimo titolo di fila alla Juventus o in caso di vittoria di un’altra squadra si potrebbe chiudere l’era più vincente della storia del calcio italiano: cosa si aspetta per la prossima stagione?
“Mi aspetto un’Inter molto forte perché Conte ha dato grandi certezze a questa squadra e sarà una rivale vera per la Juventus. Anche altre squadre stanno crescendo, penso al Milan della ripresa e al mercato che sta facendo, ma è importante che il livello si alzi perché bisogna tornare a competere in Europa”.

Chi vede favorito come capocannoniere e chi sarà la sorpresa tra gli attaccanti della prossima stagione?
“Un giocatore che vorrei vedere con certezze e con continuità è Milik e visto che sembra esserci la possibilità di andare a Roma spero di poterlo vedere in campo con più regolarità perché mi piace molto. Per quanto riguarda il titolo di capocannoniere se la giocheranno ancora i soliti, ovvero Immobile, Cristiano Ronaldo e Lukaku. In un’Inter ancora più forte forse Lukaku potrebbe fare ancora più goal di quest’anno perché può ancora migliorare“.

Mettendo da parte la Serie A e guardando un attimo in B, cosa pensa del mercato della neopromossa Reggina, a cui le è molto legato? Dopo gli arrivi di Menez e Lafferty si è parlato di anche Rami, trattativa poi saltata, e di altri nomi importanti: a Reggio vogliono puntare al doppio salto?
“Io credo che vogliono davvero provare a raggiungere subito la promozione e a Reggio dovrebbero essere contenti di avere un presidente così, che sta investendo molto e vuole subito arrivare in Serie A. Da neofita si è avvicinato al calcio e ha fatto grandi investimenti. Io ho la mia personale convinzione, ovvero che la Serie B è più facile della Lega Pro quindi se si attrezza può riuscirci già quest’anno“.

Lei ha militato in 13 squadre in Serie A, andando in gol con 12 di esse: guardando al passato, c’è qualcosa che cambierebbe della sua carriera oppure è soddisfatto per come sono andate le cose?
“Sì, forse quando ho accettato di andare a Perugia la seconda volta perché io venivo dalla Juve e ci fu un’operazione di mercato che portò me alla Reggina e Blasi e Miccoli alla Juve ma Io avevo un contratto importante e conclusa l’operazione andai allo scontro con Gaucci e da lì si sono susseguite una serie di cose che non rappresentano un momento carino del mio percorso. Le altre sono state tutte scelte, giuste o sbagliate, ma non rimpiango nulla. Anzi, forse mi dispiace non essere andato all'estero. Potevo andare allo Shakhtar Donetsk nel 2006, mi chiamò Lucescu, ma rifiutai perché era appena nata mia figlia e sarebbe stata veramente dura muoversi. Prima di andare a Reggio avevo firmato con il Braga, in Portogallo, ma c’è stato un problema con la Federazione e saltò tutto. Alla fine è andata meglio così, con la Reggina sono stati anni belli”.

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