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Ndicka dimesso dall’ospedale, come sta dopo il malore in Udinese-Roma: le sue condizioni

Il difensore della Roma dopo il malore accusato nel corso del match con l’Udinese ha trascorso la notte in ospedale. Ndicka ora è stato dimesso e tornerà a casa.
A cura di Alessio Morra
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La grande paura è alle spalle. Evan Ndicka è stato dimesso dall'ospedale di Udine e si appresta a tornare a Roma, dove lo attendono amici e compagni di squadra che nella serata di domenica hanno vissuto momenti di grande apprensione dopo il malore che ha colto il difensore ivoriano.

Ndicka si sente male ed esce in barella, De Rossi chiede di stoppare Udinese-Roma

É il minuto 72 di Udinese-Roma, quando Ndicka si accascia, si tocca il petto due volte. L'arbitro Pairetto ferma il gioco e sollecita i soccorsi. Entrano i medici della Roma e la barella. I soccorsi sono rapidissimi. Si capisce che c'è qualcosa di serio. Il centrale uscendo alza la mano, fa un segno con un pollice. Prova a dare tranquillità. Ma i compagni sono sconvolti e colpiti.

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De Rossi chiede all'arbitro di stoppare l'incontro, il direttore di gara acconsente. Entrambi hanno mostrato una grande umanità. Il tecnico torna negli spogliatoi per vedere in che condizioni è il calciatore. Quando torna prova a rassicurare tutti, ma la partita viene sospesa definitivamente poco dopo, con l'avallo dell'Udinese.

Il difensore trascorre la notte all'ospedale di Udine

Ndicka effettua un elettrocardiogramma allo stadio, che non dà un esito confortante e viene portato all'Ospedale Santa Maria della Misericordia, dove entra in codice giallo. Fortunatamente non perde mai conoscenze e quando arriva in ospedale viene detto che ‘non è in pericolo di vita'. Gli tocca, però, rimanere lì. É il minimo trascorrere la notte nel nosocomio friulano. Il giocatore dopo i primi esami incontra l'a.d. Lina Souloukou, capitan Pellegrini, il tecnico De Rossi e l'amico Renato Sanches. La squadra riparte verso la Capitale.

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Il calciatore effettua ulteriori esami che escludono l'infarto, ma ne vanno effettuati altri. Ma le sue condizioni nel complesso sono soddisfacenti. Al suo fianco resta il compagno di nazionale Kamara, calciatore dell'Udinese, come ha dichiarato poi Balzaretti, dirigente bianconero: "Ndicka? Il ragazzo sta bene, quello che so è quanto letto dagli aggiornamenti pubblicati, sarà il club stesso a dare maggiori informazioni. Le notizie sono positive rispetto allo spavento di ieri e questo ci fa bene sperare. Sembra che il peggio sia passato, però aspettiamo comunicazioni ufficiali da parte della Roma. È stato con lui ieri sera fino a tardi il nostro difensore Kamara, suo compagno in nazionale e ci ha fatto sapere che Evan era più tranquillo".

Ndicka è stato dimesso e ora torna a Roma

Gli esami danno tutti esito positivo, e Ndicka viene dimesso nel primo pomeriggio di lunedì 15 aprile. Ora torna a casa. Impossibile fare delle previsioni sul suo ritorno in campo, ma però certo che ci sarà. Ma questa è davvero la cosa che conta meno. La salute è sempre la prima cosa. Avrà modo di tornare in campo con i suoi tempi il centrale ivoriano, che giovedì sarà all'Olimpico e farà il tifo per i suoi compagni per i quarti di Europa League tra Roma e Milan.

Il comunicato della Roma: cosa ha avuto Ndicka

In seguito a un dolore acuto precordiale e alterazioni aspecifiche all’elettrocardiogramma effettuato in sala di prima urgenza allo stadio il giocatore Evan N’Dicka e’ stato ricoverato presso l’Ospedale Santa Maria della misericordia di Udine. Sono stati effettuati controlli cardiologici di primo e secondo livello risultati negativi per patologia cardiaca. Alla luce degli ultimi esami effettuati in mattinata il quadro clinico è compatibile per trauma toracico con minimo pneumotorace sinistro. Il calciatore viene dimesso e effettuerà ulteriori controlli a Roma. La AS Roma vuole ringraziare per la grande professionalità e disponibilità la società Udinese Calcio, l’arbitro il sig. Pairetto, il pubblico presente allo stadio di Udine e il personale medico e sanitario dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Tutti insieme, in quei minuti concitati e di apprensione, abbiamo dimostrato i valori dello sport e messo al primo posto la salvaguardia della vita.

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