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Donnarumma o Meret in Nazionale. Perché Mancini preferisce il milanista?

Due caratteri diversi, Donnarumma e Meret riportano l’Italia ai tempi di Albertosi e Zoff. Un dualismo fra due portieri opposti, uno guascone e l’altro riservato. Più esplosivo il numero 1 del Milan, che raggiunge le 150 partite in Serie A, più elegante il portiere del Napoli. Due interpreti moderni di un ruolo con una grande scuola in Italia.
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Due caratteri diversi, due rivali per un posto nel futuro della nazionale. Gianluigi "Gigio" Donnarumma e Alex Meret riportano la storia del calcio italiano all'antico, al duello Albertosi-Zoff per il ruolo di portere titolare all'Europeo e non solo. Nel '68 l'Europeo lo vinse Allbertosi, estroverso e guascone come Donnarumma. La storia la farà poi Zoff, testardamente riservato come Meret: affini per provenienza, hanno entrambi realizzato un'inattesa ma proficua simbiosi con l'abbraccio di Napoli. A cinquant'anni dal Mondiale del Messico che segnò l'apice in nazionale di Albertosi, ci risiamo: l'Italia riscopre due interpreti differenti per stile nel ruolo più solitario del calcio.

Donnarumma: 150 presenze al Milan

A vent'anni Donnarumma si prepara contro la Roma a giocare la 150ma partita in Serie A, tutte con la maglia numero 99 del Milan. Iniziò tutto grazie a Sinisa Mihajlovic, che l'ha lanciato il 25 ottobre 2015 contro il Sassuolo. Aveva 16 anni, 8 mesi e 6 giorni. Non è il portiere più precoce in assoluto a giocare in Serie A: Pacchiarotti ha 16 anni e 192 giorni quando gioca gli unici 10′ di tutta la carriera in A con il Perugia. Per 13 giorni non batte il primato rossonero di Giuseppe Sacchi che in un altro 25 ottobre, nel 1942, disputò la sua unica partita al Milan (1-3 con la Fiorentina) a 16 anni, 7 mesi e 24 giorni. Ma nessuno ha mai giocato titolare in Serie A così giovane. "Ha esordito tra i dubbi di tutti perché c’era Diego Lopez e lui aveva 16 anni e mezzo. Adesso è in Nazionale e non so nemmeno se ha un prezzo: resterà una mia soddisfazione. Io non faccio esordire un giovane solo perché mi mancano gli altri: se mi convinco, gioca anche se ho tutti a disposizione" ha detto Sinisa Mihajlovic nel novembre 2016 al Corriere della Sera. "La settimana dell’esordio, Berlusconi è venuto due volte a Milanello per convincermi a mettere Diego Lopez. Gli ho detto che aveva due possibilità: mandarmi via e mettere Diego Lopez, tenermi e vedere in porta Donnarumma. Lui mi ha tenuto, per fortuna. Sua".

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"Gigio" titolare in nazionale

Il 1° settembre 2016, invece, fa il suo esordio nella Nazionale maggiore contro la Francia all’età di 17 anni e 189 giorni. Ventura, alla sua prima da ct, lo fa entrare nel secondo tempo al posto di Buffon. Donnarumma è il più giovane portiere in nazionale. Nell'amichevole con l'Olanda del 28 marzo 2017 diventa il più giovane numero uno azzurro titolare. Più precoce anche di Buffon che aveva giocato per la prima volta dal 1′ in un match di qualificazione per gli Europei: Italia-Svizzera 2-0, il il 10 ottobre 1998. Un ventenne così, con una simile esperienza anche per quantità di partite giocate ad alto livello, è difficile da trovare oggi nei principali campionati europei. Il suo rendimento in azzurro, però, i 9 gol concessi e le sei partite su 15 senza subire gol, non è del tutto all'altezza con le aspettative che si sono presto create intorno a "Gigio" e alle sue spalle larghe. Ma con un'esperienza simile, e una crescita tanto tecnica quanto caratteriale, non stupisce che Mancini si affidi a Donnarumma nella fase di definizione della nazionale dei prossimi anni. Ma le gerarchie non sono certo immutabili.

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Meret, dalla Spal… alla Spal

Nella scorsa stagione Meret, che si è fatto notare per due anni alla Spal, si è rivelato portiere top con una parata superlativa da ex che ha consentito al Napoli di chiudere senza subire gol contro i ferraresi. La nuova sfida in casa della Spal si trasforma nell'occasione di un bilancio di evidente crescita. Allora, Meret si giocava il posto con Ospina. Adesso è un leader silenzioso della squadra, una sicurezza per una squadra che ha cambiato volto dopo gli esperimenti di inizio stagione che avevano tolto equilibrio e certezze nelle coperture difensive.

“Ho sempre pensato che Meret fosse l’alter ego di Donnarumma” diceva lo scorso febbraio Cristiano Scalabrelli, preparatore dei portieri che l'ha visto crescere nella Spal, a Per sempre Napoli. “Se devo trovare un solo aggettivo per identificare le loro qualità, direi che Gigio è la personificazione della forza fisica, mentre Alex rappresenta la classe cristallina del ruolo”. Meret è un portiere che attacca bene la palla, e non è facile se sei alto più di un metro e novanta. Ha stile, e gli piace mostrarlo, ma senza ostentazione o presunzione.

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Donnarumma e Meret, portieri moderni

Donnarumma è più energico, esplosivo: i due rigori parati quest'anno lo confermano. In Serie A, il portiere del Milan ha effettuato quattro parate in più, 22 contro 18, anche se spiccano nel rendimento di Meret due interventi decisivi con l'attaccante avversario all'interno dell'area piccola. Il portiere del Milan ha tenuto la porta inviolata due volte in sette partite in rossonero finora quest'anno, Meret sei volte su nove tra campionato e Champions League, anche se i sei gol incassati nelle prime due giornate fa alzare la media di gol incassati a partita.

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Nell'interpretazione moderna del ruolo del portiere, i riflessi e l'uso delle mani non bastano più. Come emerge anche dai rapporti tecnici dell'Uefa sulla Champions League (ma vale lo stesso anche per l'Europa League), i portieri diventano sempre più parte integrante della manovra e specchio di una ricerca del gioco corto anche da dietro. Per esempio Ederson del Manchester City, uno dei più compiuti esempi in Europa di “sweeper-keeper”, portiere-libero, ha chiuso l'edizione 2018-19 della Champions con l'89% di passaggi riusciti.

Da questo punto di vista, Donnarumma gioca leggermente più palloni di media, 25.7 a 25 di media. Anche se la sua visione di gioco lo porta a preferire il gioco lungo, come dimostra il 40% di accuratezza rispetto al 28% di Meret.

Entrambi hanno evidentemente lavorato per affinare questo aspetto del gioco, per aumentare le soluzioni nella gestione del pallone sotto pressione, per offrire alternative nella costruzione dal basso. I progressi di Meret, al contrario, si vedono soprattutto nel gioco corto. Completa infatti 16.7 passaggi a distanza ravvicinata di media a partita, contro i 12.7 del rivale del Milan. Anche perché il Napoli cerca più del Milan lo scambio con il portiere nell'avvio dell'azione. Non a caso, in termini puramente statistici, il numero 1 con la media più alta di passaggi corti a partita in Serie A finora è Ospina, che ne ha completati 17.5 nelle due partite giocate nel Napoli al posto di Meret.

La rivalità in azzurro potrà far bene a entrambi. E a tutto il calcio italiano.

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