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Maradona Jr racconta l’incontro con Diego: “Non sono stato un buon padre, mi devi perdonare”

C’è solo tanto amore nelle parole che Diego Armando Junior dedica a suo padre, Diego Maradona. Un padre ritrovato quando lui non se lo aspettava: “Ero in Argentina, una sera mi chiamò la sua compagna, e mi disse: ‘Tuo padre ti vuole parlare’. Mi invitò a cena e per la prima volta mi disse: ‘Chiamami papà. Adesso contano il presente e il futuro'”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Solo amore, tanto amore. Non ci sono altri sentimenti nel cuore di Diego Armando Junior quando parla di suo padre, Diego Maradona. Amore per un padre che prima lo ha rifiutato, poi lo ha accettato, infine lo ha amato a sua volta. Come solo si può amare la carne della propria carne, una volta caduti tutti gli ostacoli che la vita – una vita insostenibile per una persona normale, tra eccessi, dipendenze, pressioni, finti amici e relazioni pericolose – aveva frapposto tra loro. L'amore di Diego Jr è misto a dolore e rimpianto, per aver perso nuovamente suo padre quando la vita sembrava poter riservare loro il meglio.

Diego Jr sotto il murale del padre nei Quartieri Spagnoli
Diego Jr sotto il murale del padre nei Quartieri Spagnoli

"L'ho sentito l'ultima volta il giorno dopo l'operazione. Mi disse che era andato tutto bene, che si sentiva forte e che non dovevo avere timore", racconta Diego Jr al Corriere della Sera. Era il 5 novembre 2020, qualche ora prima Maradona era stato sottoposto ad un'operazione al cervello per la rimozione di un ematoma subdurale di origine traumatica. Sarebbe morto a 60 anni il 25 novembre lontano dai suoi affetti per un edema polmonare acuto sopravvenuto su insufficienza cardiaca.

Sono quelle le uniche parole che il figlio dedica alla fine di uno dei giocatori più leggendari della storia del calcio. Diego Jr lo vuole ricordare vivo e soprattutto vicino a lui dopo che si erano ritrovati. Il filo fu riannodato nel 2003, quando prese il coraggio a due mani e sorprese suo padre a Fiuggi: "Era a una partita di golf. Avevo 17 anni, partii da Napoli con mio zio, arrivai al club, riuscii ad entrare oltrepassando la recinzione da un buco e da lontano lui mi fece cenno di avvicinarmi. Non fu scortese, mi diede un numero di telefono, ma nessuno mi ha mai risposto. Mi disse: ‘Io so che sei mio figlio ma per tutti non puoi esserlo adesso'. Io ero un figlio che non poteva essere riconosciuto. Lui desiderava essere mio padre ma era costretto a dirmi di no da un sistema che si era creato attorno. A suo modo fu molto affettuoso. Mi tolsi un grande peso. Era il periodo in cui stava molto male e pensavo che sarebbe morto".

Fu poi Maradona a voler riabbracciare in maniera consapevole e convinta suo figlio qualche tempo dopo, ricostruendo completamente il rapporto. Erano passati ben 13 anni, era il 2016, Diego Jr aveva 30 anni: "Partecipavo a una trasmissione di balli in Argentina e una sera mi chiamò Rocio Oliva, la compagna di Maradona, e mi disse: ‘Tuo padre ti vuole parlare'. Io tremavo dalla paura, pensavo volesse rimproverarmi per qualcosa che avevo fatto o detto. E invece mi invitò a cena e per la prima volta mi disse: ‘Chiamami papà'. Parlò solo lui, mi aveva visto in Tv e voleva rimediare alla sua assenza. Non potevo crederci, furono ore lunghissime".

"Fu come se non ci fossimo mai persi – ricorda Diego Jr – Io ero felice, lui con me. Ci siamo abbracciati, ci siamo raccontati. Il giorno dopo un'altra cena e poi un'altra ancora. Mi ha subito detto: ‘Io mi sono comportato male, non sono stato un buon padre e per questo mi devi perdonare. Ma adesso contano il presente e il futuro. Sono felice che finalmente ti ho ritrovato. Costruiamo qualcosa assieme'. Mio figlio Diego Matias lo ha battezzato lui, gli ha scelto il nome e lo ha baciato come avrebbe baciato me, come se fosse un altro suo figlio. Con mia madre Cristiana si sono incontrati a Napoli, ha chiesto perdono anche a lei e l'ha ringraziata per ciò che aveva fatto per me, per come mi aveva cresciuto".

Ci sono due cose che il Pibe de Oro avrebbe voluto vivere e che la morte ha impedito: "Il suo sogno era allenare il Napoli, il sogno segreto vedere tutti i suoi cinque figli seduti allo stesso tavolo".

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