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Maldini racconta il confronto con Leonardo: “Avevo gli occhi di fuori: che ca**o dici Leo!”

Paolo Maldini è oggi l’uomo che regge le sorti sportive del Milan, dopo averlo fatto per anni sul campo. Dal suo passato riaffiora l’immagine vivida di uno scambio con Leonardo: non poteva crederci.
A cura di Paolo Fiorenza
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Piazzatosi secondo l'anno scorso alle spalle dell'Inter scudettata, il Milan anche quest'anno insegue i ‘cugini' nerazzurri in campionato, confermando di essere tornato ormai stabilmente nei quartieri alti del calcio italiano. Grande merito va ascritto certamente alla mano ferma e competente di Paolo Maldini, sempre più a suo agio nella veste di plenipotenziario dell'area tecnica.

Una nuova vita per lui – dopo quella leggendaria di calciatore – che non era cominciata nel migliore dei modi, anzi. Il 53enne ex terzino della Nazionale in un'intervista al Corriere della Sera confessa la sua frustrazione dei primi tempi: "All'inizio, ogni sera tornavo a casa e dicevo a mia moglie che era un disastro. Non facevo che ripetere a Leonardo, che mi aveva voluto con sé, che mi sentivo inutile. Non capivo la parte amministrativa del lavoro, mi chiedevo cosa ci stessi a fare. Io devo sentirmi protagonista".

Poi la svolta, arrivata proprio grazie all'addio di Leonardo, passato al PSG. Quando l'amico ed ex compagno glielo disse, la reazione di Maldini fu tra l'incredulo e il veemente: "Che cazzo dici Leo, fu la mia risposta. Con gli occhi di fuori. Mi sono sentito perso. Ma sinceramente, subito dopo ho avuto anche la sensazione di essere per la prima volta a mio agio. Ero tornato in una situazione dove non avevo nessuno che mi faceva da scudo. Quello che ho sempre cercato. A Leonardo sono molto grato, l'apprendistato con lui è stato fondamentale. Ci sentiamo spesso". Un rapporto evidentemente non guastato dal ‘ratto' di Donnarumma a costo zero.

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L'ex capitano del Milan racconta un calcio diverso da quello di oggi: "Prima delle partite, negli spogliatoi c'era un silenzio sacro. Adesso, ovunque, c'è musica a un volume altissimo. Non sono il tipo di persona che dice ai miei tempi era meglio. Era solo diverso. I calciatori si adeguano, come tutti i lavoratori. Ad esempio, i social hanno fatto sì che durante i ritiri all’interno dei gruppi non ci sia più tanta conversazione. Instagram e quant'altro hanno ucciso la bellezza implicita del ritiro: il dialogo, le amicizie che si saldavano. Io appartengo a un'altra generazione".

Maldini giura ancora una volta amore eterno al Milan: "Come mi vedo tra 10 anni? Con i capelli bianchi, spero felice. In quanto a questo lavoro, o lo faccio con il Milan o non lo faccio. Forse all'estero, ma sinceramente dovrei pensarci. Sono contento di avere avuto questa opportunità. Perché so che se non lo avessi fatto, avrei sempre avuto il rimpianto di non averci provato. Anche per questo, il futuro non mi fa paura". Così come non deve farla ai tifosi rossoneri: con Paolino sono in buone mani.

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