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Luciano Spalletti dopo la vittoria contro la Roma non vuole sentire certi discorsi: “Ti mordo”

Spalletti frena l’entusiasmo dopo la vittoria della sua Juventus contro la Roma, non vuole sentire parlare di quello che lo aspetta.
A cura di Marco Beltrami
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Luciano Spalletti ha analizzato la preziosa vittoria della Juventus contro la Roma in modo esaustivo. Si è soffermato anche sui singoli, e in particolare su Yildiz e Zhegrova, sottolineando pregi e difetti tattici (e non solo) di entrambi. Quando però il discorso si è spostato sulle prossime partite, sulla carta più alla portata, l’allenatore non ha gradito e ha reagito simpaticamente.

Luciano Spalletti dopo Juve-Roma, non pensa al calendario

Nell’intervista a Sky, infatti, si è sottolineato il rendimento di Spalletti nelle ultime due partite, con i pesanti successi contro Bologna e giallorossi che hanno inevitabilmente sistemato la classifica. Si può dunque affrontare con maggiore serenità le sfide in arrivo, dove non ci sono scontri diretti? Luciano non ne vuole sapere: "Non fare questi discorsi perché ti mordo (sorridendo, ndr)".

Il motivo della presa di posizione del tecnico è chiaro: "Senza scontri diretti che vuol dire? Tutte le squadre ormai, si vede, le partite sono tutte difficili. Però è chiaro che vincere imparando delle cose, imparando da squadre davanti che ti fanno vedere anche delle cose, poi andare a prendere diventa un doppio salto di conoscenze e di altre cose. Perché poi sono le vittorie che ti infondono fiducia, che ti danno poi la consapevolezza di potersela giocare alla pari con gli altri".

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Spalletti su Yildiz e Zhegrova

Tanti gli spunti interessanti, a partire dalla prova di Yildiz non solo sempre a suo agio quando deve saltare l'uomo. Infatti il tecnico ha spiegato anche la sua disponibilità e propensione a fare cose in cui non eccelle: "Sempre lo stesso discorso. La partita è una scatola vuota che va riempita di cose e non la puoi riempire solo delle tue di qualità. Ci vogliono anche quelle che non hai e bisogna fare anche cose più scomode. Ad esempio, Yildiz nel secondo tempo è venuto giù e ha coperto quella fascia sinistra ed è ripartito da lì. Anzi, Yildiz, così la dico subito: i suoi avversari sanno quanto è forte più di lui stesso. Lui stesso non sa ancora come viene considerato dagli avversari, che hanno una visione corretta di quella che è la sua forza. Però poi è venuto a fare un lavoro che non fa parte di lui".

Altrettanto non si può dire di Zhegrova che al netto della generosità non ha le chance di difendere nella sua metà campo: "Zhegrova è un calciatore che questo non lo può fare, non lo sa fare. Quando lo porti a giocare sotto la metà campo non ha quella qualità lì. Poi, se riesci a metterlo in condizione di fare l’uno contro uno a venti metri dalla linea di fondo, allora lì diventa micidiale. Il problema è sempre lo stesso: se io riesco a tener palla per permettergli che lui faccia gli ultimi venti metri e basta".

(in aggiornamento)

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