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L’offerta misteriosa arrivata a Mourinho: “Un club italiano che non potevo accettare”

Alla vigilia di Milan-Roma Mourinho ha raccontato l’offerta di un club italiano, da lui rifiutata, arrivata prima di quella del club giallorosso.
A cura di Vito Lamorte
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La Roma di José Mourinho apre il 2022 con due big match: il giorno dell'Epifania affronterà il Milan a San Siro e il 9 sfiderà la Juventus all'Olimpico. Gare che potranno dire tanto sul prossimo futuro della squadra giallorossa, che sta cercando di trovare continuità per rientrare nella lotta per un posto in Champions League. Il tecnico portoghese, però, è focalizzato sul match contro la squadra di Stefano Pioli e nella conferenza stampa della vigilia ha parlato del lavoro svolto durante la sosta: "È stata una settimana di vacanze ma anche di lavoro. Penso che abbiamo lavorato bene. Quindici giorni senza competizioni ti fa perdere qualcosa a livello di intensità di gioco, ma stiamo bene. L'unico giocatore che continua nel suo recupero è Spinazzola. Dopo 15 giorni senza calcio è meglio incontrare una squadra così, perché trovi facilmente la concentrazione".

Lo Special One ha confermato la presenza di Rui Patricio tra i pali ("È pronto per giocare") e si è soffermato sulle condizioni di Lorenzo Pellegrini: "Ha recuperato bene, non ha avuto le stesse vacanze degli altri, ha avuto 4 giorni di meno. Dal 30 che siamo arrivati tutti sta lavorando normalmente Può giocare? Sì. Può giocare 90 minuti? Non credo, non sarebbe l'opzione migliore avendo una partita domenica. Non è un problema iniziare la partita. La coesistenza con gli altri giocatori è un problema che non ho mai, è un problema che mi piace tanto avere. Il problema che non mi piace è non avere opzioni. Se abbiamo questi giocatori più Villar e Bove, che possono giocare, per noi è un buon problema".

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Il tecnico portoghese ha parlato dell'interessamento di un altro club italiano nei suoi confronti prima della Roma ma lui ha rifiutato l'offerta: "Siamo professionisti, dire di non poter allenare altri club è duro ed è un rischio, ma ci sono dei club per i quali puoi dire no, e non lo dici per mancanza di rispetto, ma per il tipo di storia tra il club che hai allenato prima e quello che arriva. Per dire che dopo il 2010 il primo club italiano che ha parlato con me non è stata la Roma. La Roma si poteva accettare e l'altro no. Non è una mancanza di rispetto, ma per esempio non posso mai allenare la Lazio. Non è una mancanza di rispetto, è un club della stessa città, con cui ho un rapporto positivo. Sicuramente loro pensano lo stesso di me, però sono cose nell'aspetto professionale, mai nella mancanza di rispetto. Per esempio non ho mai avuto un problema col Milan, magari una battuta. Puoi partire sempre dal rispetto, ma ci sono dei club che non puoi allenare".

Sulla vicenda del calciatore non vaccinato in rosa ha risposto così: "Sono cose private, per noi questo è sacrosanto. Qualche giocatore ha avuto il Covid e ha chiesto la privacy, lo stesso con qualche giocatore che può non essere vaccinato. Ma la legge è la legge, dal momento in cui il Governo decide la decisione va rispettata, vogliamo giocatori che rispettino la legge e che possano giocare. Non penso avremo problemi".

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