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L’Italia vince 5-4 una partita folle con Israele dopo essere stata a un passo dallo psicodramma

La Nazionale se la cava con un gol di Tonali provvidenziale: ribalta Israele che aveva raggiunto gli Azzurri sul 4-4, vanificando la doppietta di Kean e il guizzo di Raspadori. La vittoria porta l’Italia al secondo posto nel girone di qualificazione ai Mondiali.
A cura di Maurizio De Santis
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L'Italia ha vinto 5-4 con Israele e sale al secondo posto nel girone di qualificazione ai Mondiali 2026. E questa è l'unica nota lieta di una serata folle, rocambolesca e di sofferenza assoluta, al limite dello psicodramma in cui eravamo piombati (abbiamo perfino rischiato il 5-5).

Si può essere contenti per una vittoria arrivata in questo modo? Al netto di un approccio svagato, dei clamorosi e orribili errori difensivi, facendo un grande sforzo di pragmatismo e con un pizzico di lucida pazzia possiamo dire di sì, perché (finalmente) là davanti c'è un attaccante che la butta dentro, Moise Kean. È lui l'autore della doppietta (10 centri in 23 presenze in Azzurro) che ci ha tenuti a galla dopo aver preso due gol da gonzi prima per l'autorete di Locatelli poi a causa di quel gran genio di Solomon che ci ha mandato in bambola con leggerezza assoluta. Sì, perché mal che vada hai sempre un Jack (Raspadori) che ti aiuta a sbrogliare le situazioni più pericolose: entra e segna, con 11 reti in 42 presenze è il capocannoniere della Nazionale. Sì, perché più di mettere il muso in avanti, e ritagliarsi un piccolo vantaggio per agganciare almeno i playoff, al momento non si può. Sì, perché pensare di agguantare la Norvegia in cima al Girone I è ambizione che può rivelarsi velleitaria (ma non si mai…) soprattutto se domani sera gli scandinavi fanno polpette della Moldavia (ultima a zero punti), allargando a dismisura la differenza reti che è come un jolly verso l'accesso diretto alla Coppa del Mondo. Sì, perché Gigio Donnarumma ci ha messo le mani grandi che ha per evitare che nella fase cruciale della ripresa beccassimo il 3-3 e Di Lorenzo s'è trovato al momento giusto al posto giusto: facendo muro sulla linea di porta. Sì, perché se sei sopra di 2 gol a pochissimi minuti dalla conclusione è folle (e anche un po' da fessi) non riuscire a chiudere senza soffrire e, addirittura, farsi rimontare. Sì, perché in pochi avrebbero scommesso che dopo quella mazzata (4-4) ci fosse ancora la forza di fare 5-4 con un guizzo di Tonali.

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Ecco perché tanto vale accontentarsi. È andata fin troppo bene (o male, dipende quale lato del bicchiere si vuol guardare). Per tutto il resto, epica a parte sul "veleno" e sui presunti cazzottoni (metaforici) mulinati da Gattuso tra primo e secondo tempo (o gli schiaffoni menzionati alla fine del match) che hanno svegliato dal torpore l'Italia, non ci si può dire contenti. Affatto. L'approccio alla partita è stato ben altro rispetto a quello che dovrebbe tenere una squadra che deve vincere a tutti i costi ma, trovandosi di fronte un avversario che in difesa balla, preferisce starsene lì, ad attendere la buona occasione per fare gol. E poi rischia di trovarsi sotto addirittura dopo due minuti (il fallo su Donnarumma notato dal Var ci ha salvati).

Israele sarà anche un avversario insidioso ma la capacità di saltare le linee e bucare la difesa è qualcosa di veramente imbarazzante per l'Italia, in particolare se alla vigilia il ct aveva fatto appello alla necessità di avere maggiore equilibrio in mezzo al campo che non s'è mai visto davvero. Però, è arrivata la vittoria con l'acqua alla gola ma comunque preziosa. E con essa 3 punti che, per come siamo messi, valgono oro colato.

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