Liga, Rakitic: “Torniamo a giocare, mi assumo il rischio del contagio”

Ivan Rakitic scalpita, il centrocampista croato del Barcellona non ha più voglia di restare a casa, in attesa di capire se si giocherà oppure no l'ultima parte di stagione. E così, in una serie di interviste rilasciate ai principali quotidiani spagnoli ha ribadito il proprio pensiero: "Chiediamo di tornare in campo. Il contagio? Io me ne assumo l'eventuale rischio". Parole dure e forti, che confermano la volontà di giocatori e club di giocare. Ma manca il via libera del governo.
Il centrocampista azulgrana è un giocatore importante per la Liga spagnola, tra i più apprezzati e ricercati e ogni volta che parla il suo pensiero ha un'eco importante sugli appassionati e sull'ambiente del calcio in generale. Così, come quando confermò di "non essere un sacco di patate" da buttare qua e là durante il calciomercato, ora – a ‘Marca' – ha espresso parole dure sull'attuale stop del calcio spagnolo.
Pronti a correre il rischio come tutti i lavoratori
Rakitic è andato dritto al punto centrale: bisogna tornare in campo, altrimenti sarebbe un disastro. Non entra nel merito economico sociale, ma si sofferma sul fronte puramente sportivo: i giocatori sono pronti ad affrontare qualsiasi protocollo e ogni rischio possa esserci: ‘Io voglio giocare anche perché le garanzie sanitarie non saranno mai al 100%, dunque il rischio ci sarà. Ma come ogni altra categoria di lavoratori, ognuno si assumerà il proprio rischio. Non siamo diversi dagli addetti al supermercato che ogni giorno vanno a lavorare, seguono le procedure per cambiarsi, sanificare l'ambiente, proteggersi. Loro corrono quel rischio e anche io voglio prenderlo".
Il debito morale nei confronti dei tifosi
Penso che sia tempo per quelli di noi che sono i protagonisti del calcio di fare un passo avanti, dar ripartire il sistema e non lo dico per motivi economici
Per Rakitic, dunque, tornare a giocare è prima un ‘debito morale' nei confronti della comunità, non si cercano privilegi e non lo si fa per difendere il proprio stipendio: "Dobbiamo cercare di far divertire di nuovo le persone con il calcio, che noi giocatori di calcio possiamo essere un esempio, fornendo supporto a tutti i lavoratori che ci hanno mostrato quella forza"