Arianna Mihajlovic e le ultime parole di Sinisa: “Mi spiace non vedere crescere i miei figli”

"Mi spiace non vedere crescere i miei figli". È stata una delle ultime frasi di Sinisa Mihajlovic prima di morire. Mette i brividi addosso e provoca una stretta a cuore. L'effetto che fa apprenderla dal racconto della moglie, Arianna Rapaccioni, è anche più straziante. A distanza di tre anni dal decesso dell'ex calciatore (provato dalla recidiva di una grave forma di leucemia), la donna ha parlato della malattia del marito, di come l'hanno affrontata quando è stato scoperto quale fosse la causa del malessere che avvertiva, delle cure seguite con speranza e paura, dei momenti più dolorosi provati in "quel viaggio tristissimo fatto da Bologna a Roma quando fu chiaro che era alla fine". Emozioni del genere fanno male dentro anche solo immaginarle o a risentirle, perché chi s'è trovato in situazioni del genere sa bene quanto possano essere strazianti angoscia, dolore e senso d'impotenza.
"Dopo la morte di Sinisa ho avuto una strana reazione – le parole della ex consorte, ospite di Monica Setta a Storie al bivio show -. Ho usato i social troppo, fingendo una felicità inesistente. Era un modo per affrontare il dolore. Ma adesso ho realizzato che Sinisa vorrebbe vedermi andare avanti".Andare avanti, certo. È sempre la cosa più difficile. Sembra impossibile. Ti volti a guardare e non trovi più un pezzo della tua vita ("conobbi Sinisa in un ristorante romano al Gianicolo e fu un colpo di fulmine").

La diagnosi terribile e il patto: "Affrontiamo tutto insieme"
Un dolore fortissimo avvertito nella notte. Il calvario cominciò così, nel 2019, mentre Mihajlovic e la moglie si trovavano in Sardegna. "Dopo tutti gli accertamenti scoprimmo quella malattia molto aggressiva. La diagnosi era terribile ma facemmo un patto: affrontare quel brutto male insieme e vincerlo. Alla fine delle terapie eravamo sicuri di avercela fatta. Il momento peggiore è arrivato quando scoprimmo la recidiva. Sinisa mi chiedeva sempre: Ce la farò? Gli dicevo di sì, non mi sono mai fatta vedere in lacrime".

L'ultimo viaggio da Bologna a Roma: "Ora sarai tu a guidare i nostri figli"
"Ormai non c'era più nulla da fare". Il responso medico fu una mazzata tremenda al termine di un percorso di terapie molto dure ("se non funziona questa, è finita", disse Sinisa). E il racconto del viaggio da Bologna a Roma è altrettanto atroce. "Sinisa taceva, mi disse solo: Mi dispiace non vedere crescere i miei figli. Poi tornò in ospedale. Ero accanto al suo letto e mi disse: Arianna, ricorda che ti amo, ora sarai tu a guidare i nostri figli". E lei annuì, facendogli promessa solenne che se ne sarebbe occupata. "Dopo poco mi lasciò la mano dolcemente e se ne andò, sereno, perché mi aveva affidato il suo amore e la sua famiglia".