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Sinisa Mihajlovic morto a 53 anni di leucemia

Arianna Mihajlovic e le ultime parole di Sinisa: “Mi spiace non vedere crescere i miei figli”

La ex consorte di Sinisa racconta il “patto” per affrontare la malattia e cosa è successo quando ormai era chiaro non ci fossero più speranze. “Ero accanto al suo letto e mi disse: Ora sarai tu a guidare i nostri figli”.
A cura di Maurizio De Santis
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Arianna e Sinisa Mihajlovic in un’immagine tratta dal profilo Instagram della moglie dell’ex calciatore.
Arianna e Sinisa Mihajlovic in un’immagine tratta dal profilo Instagram della moglie dell’ex calciatore.
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"Mi spiace non vedere crescere i miei figli". È stata una delle ultime frasi di Sinisa Mihajlovic prima di morire. Mette i brividi addosso e provoca una stretta a cuore. L'effetto che fa apprenderla dal racconto della moglie, Arianna Rapaccioni, è anche più straziante. A distanza di tre anni dal decesso dell'ex calciatore (provato dalla recidiva di una grave forma di leucemia), la donna ha parlato della malattia del marito, di come l'hanno affrontata quando è stato scoperto quale fosse la causa del malessere che avvertiva, delle cure seguite con speranza e paura, dei momenti più dolorosi provati in "quel viaggio tristissimo fatto da Bologna a Roma quando fu chiaro che era alla fine". Emozioni del genere fanno male dentro anche solo immaginarle o a risentirle, perché chi s'è trovato in situazioni del genere sa bene quanto possano essere strazianti angoscia, dolore e senso d'impotenza.

"Dopo la morte di Sinisa ho avuto una strana reazione – le parole della ex consorte, ospite di Monica Setta a Storie al bivio show -. Ho usato i social troppo, fingendo una felicità inesistente. Era un modo per affrontare il dolore. Ma adesso ho realizzato che Sinisa vorrebbe vedermi andare avanti".Andare avanti, certo. È sempre la cosa più difficile. Sembra impossibile. Ti volti a guardare e non trovi più un pezzo della tua vita ("conobbi Sinisa in un ristorante romano al Gianicolo e fu un colpo di fulmine").

La consorte di Mihajlovic con le mani sul feretro del marito nel giorno delle esequie.
La consorte di Mihajlovic con le mani sul feretro del marito nel giorno delle esequie.

La diagnosi terribile e il patto: "Affrontiamo tutto insieme"

Un dolore fortissimo avvertito nella notte. Il calvario cominciò così, nel 2019, mentre Mihajlovic e la moglie si trovavano in Sardegna. "Dopo tutti gli accertamenti scoprimmo quella malattia molto aggressiva. La diagnosi era terribile ma facemmo un patto: affrontare quel brutto male insieme e vincerlo. Alla fine delle terapie eravamo sicuri di avercela fatta. Il momento peggiore è arrivato quando scoprimmo la recidiva. Sinisa mi chiedeva sempre: Ce la farò? Gli dicevo di sì, non mi sono mai fatta vedere in lacrime".

Una delle ultime apparizioni di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Bologna.
Una delle ultime apparizioni di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Bologna.

L'ultimo viaggio da Bologna a Roma: "Ora sarai tu a guidare i nostri figli"

"Ormai non c'era più nulla da fare". Il responso medico fu una mazzata tremenda al termine di un percorso di terapie molto dure ("se non funziona questa, è finita", disse Sinisa). E il racconto del viaggio da Bologna a Roma è altrettanto atroce. "Sinisa taceva, mi disse solo: Mi dispiace non vedere crescere i miei figli. Poi tornò in ospedale. Ero accanto al suo letto e mi disse: Arianna, ricorda che ti amo, ora sarai tu a guidare i nostri figli". E lei annuì, facendogli promessa solenne che se ne sarebbe occupata. "Dopo poco mi lasciò la mano dolcemente e se ne andò, sereno, perché mi aveva affidato il suo amore e la sua famiglia".

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