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Sinisa Mihajlovic morto a 53 anni di leucemia

Ai funerali di Mihajlovic migliaia di persone: Mancini e Stankovic trasportano la bara

Nella mattinata di lunedì 19 dicembre si è consumato il rito funebre presieduto dal cardinale Zuppi. Tanta la commozione davanti e dentro la Basilica, tra amici di sempre, familiari e tifosi che hanno voluto ricordare un’ultima volta Sinisa Mihajlovic.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic si è compiuto quest'oggi lunedì 19 dicembre alle 11:30, alla Basilica romana Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, con il rito funebre celebrato dall'Arcivescovo di Bologna, il cardinale Zuppi. Tantissimi i personaggi dello sport, dello spettacolo, della cultura e della politica che non hanno voluto mancare, oltre le persone comuni e i tifosi, oltre 2 mila presenti sul sagrato della chiesa che hanno lungamente applaudito il feretro a fine cerimonia.

Un ultimo bagno di folla, tra l'affetto e l'amore della gente e degli amici di sempre. Sinisa Mihajlovic è stato salutato a Roma nell'ennesima dimostrazione di vicinanza che è riuscito a creare in questi anni di calcio, prima come giocatore poi come allenatore. Un uomo rude, un "guerriero" come ricorderà nell'omelia funebre il cardinale Zuppi "ma dotato di grande dolcezza". Già dalle prime ore di questa mattina si era radunata una folla numerosa davanti alla Basilica in attesa dell'arrivo del feretro che è stato accolto da tantissimi applausi. All'interno della chiesa le delegazioni al completo di Lazio e Bologna, poi tantissimi volti noti.

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Tra gli amici di sempre non sono mancati Roberto Mancini, Attilio Lombardo, Dejan Stankovic, Francesco Totti. E poi tanti altri protagonisti del nostro calcio che hanno conosciuto da compagno o da avversario, Sinisa Mihajlovic: dal presidente Cairo al presidente Lotito e dall'ex Presidente Ferrero. Il ministro dello sport Abodi,  il presidente FIGC Gravina, quello del Coni, Malagò. Tante anche le rappresentanze politiche, capeggiate dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Una cerimonia iniziata attorno alle 11.30 e che ha toccato spesso i cuori di chi era presente ripercorrendo in parte i momenti più duri e difficili di Mihajlovic che ha provato di tutto contro la leucemia mieloide.

In prima fila, la moglie Arianna e i cinque figli di Sinisa, che il cardinale Zuppi ha voluto ricordare espressamente all'interno di una omelia toccante: "Erano la sua squadra e per questa squadra, Sinisa ha sempre dato tutto". Poi il ricordo del coraggio nei momenti più cupi della malattia e l'enorme insegnamento che ha lasciato a tutti: "E' stato in grado di dare un'occasione a chi non l'aveva mai avuta. Lui sapeva esaltare le caratteristiche degli altri, senza scappare di fronte alla malattia. La fragilità è una porta non un muro e lui l'aveva capito: ha dato forza mostrando la fragilità dolce di un guerriero, che è tale perché sa rialzarsi o tenta di farlo".

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Tantissime le dichiarazioni d'affetto anche all'uscita della chiesa. Molti presenti non se la sono sentita di parlare, ma tra chi ha avuto la forza c'è stato anche il ct della Nazionale, Roberto Mancini che, insieme a Lombardo e a Stankovic ha portato il feretro fuori dalla Basilica: "Ho perso più che un semplice amico. Sinisa per me era un fratello. Un grandissimo dispiacere, dopo una vita insieme" ha detto commosso. Poi tra gli altri ricordi di Tare, Ferrero, Baresi, Cairo  anche quello emozionante da parte di una nutrita delegazione di tifosi laziali che tra gli applausi hanno innalzato al cielo il coro dedicato proprio a Mihajlovic: "E se tira Sinisa è gol!".

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