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Le motivazioni della sentenza del CONI che toglie la Serie B al Lecco: “Il termine era perentorio”

Il Collegio di Garanzia del CONI ha pubblicato oggi le motivazioni della sentenza con cui due giorni fa ha respinto il ricorso della Reggina contro l’esclusione dalla Serie B e ha invece accolto quello del Perugia contro l’ammissione alla medesima categoria del Lecco. Il concetto cardine è quello della “perentorietà” dei termini.
A cura di Paolo Fiorenza
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Com'era nelle attese, il Collegio di Garanzia del CONI ha pubblicato oggi le motivazioni della sentenza con cui due giorni fa ha respinto il ricorso della Reggina contro l'esclusione dalla Serie B – che era stata sancita dal Consiglio Federale lo scorso 7 luglio – e ha invece accolto quello del Perugia contro l'ammissione alla medesima categoria del Lecco.

Per quanto riguarda la Reggina, il cui posto nella cadetteria dovrebbe essere preso dal Brescia, fatale è stato il mancato pagamento – entro i termini richiesti – di 757mila euro di tasse previste dal piano di ristrutturazione del debito della società calabrese. Pagamento poi avvenuto il 5 luglio, ma troppo tardi per la FIGC. Al riguardo, il Collegio di Garanzia del Coni, che ha respinto il ricorso del club amaranto, ha ritenuto che la questione decisiva non vada ricercata nel concetto di prevalenza o meno dell'ordinamento statale su quello sportivo, bensì nella regolamentazione federale sul tema, ribadendo il carattere di perentorietà del termine e gli effetti del mancato rispetto del termine stesso.

I tifosi della Reggina devono rassegnarsi: niente Serie B
I tifosi della Reggina devono rassegnarsi: niente Serie B

La stessa motivazione è stata addotta per spiegare l'accoglimento del ricorso del Perugia contro il Lecco, la FIGC e la Lega di Serie B, decisione che ha avuto come effetto "l'annullamento del comunicato ufficiale della Federazione" relativo alla "conseguente ammissione" della società lombarda al prossimo campionato di Serie B.

La vicenda del Lecco non ha nulla a che vedere con pagamenti effettuati in ritardo, ma riguarda lo stadio in cui avrebbero dovuto disputare il prossimo campionato di Serie B dopo aver vinto trionfalmente i playoff di C. Il Rigamonti-Ceppi della città lombarda non ha i requisiti e dunque il Lecco ha dovuto chiedere ospitalità allo stadio Euganeo di Padova. L'ok è tuttavia arrivato fuori tempo massimo, ma la FIGC aveva considerato come decisivo – per dare il via libera al Lecco nel CF del 7 luglio – lo slittamento dei playoff di Serie C che non aveva dato al club del patron Di Nunno i tempi tecnici per reperire la documentazione necessaria entro la mezzanotte del 20 giugno (la squadra lombarda aveva battuto il Foggia appena due giorni prima).

E tuttavia quella scadenza era perentoria e questo ha ribadito oggi il Collegio di Garanzia del CONI: "Nel caso di specie, il termine del 20 giugno 2023 per il deposito della documentazione volta a dimostrare la rispondenza ai criteri infrastrutturali previsti dal Comunicato Ufficiale n. 66/A del 9 novembre 2022 è qualificato esplicitamente da quest'ultimo come ‘perentorio'. Il fatto, quindi, che la corposa documentazione relativa allo stadio ‘Euganeo' per quanto riguarda il Lecco sia stata dovuta a una dilatazione dei tempi operata dalla Prefettura di Padova e per cui la squadra lombarda aveva inoltrato una regolare richiesta di proroga senza avere pronta risposta dagli enti, non è stato preso in considerazione. Il Collegio ha quindi ritenuto che la società Calcio Lecco sia sprovvista dei requisiti richiesti e vada, per l'effetto, esclusa dall'ammissione al Campionato di calcio di Serie B per la stagione sportiva 2023/2024, accogliendo il ricorso del Perugia".

Sia per la Reggina che soprattutto per il Lecco, non è tuttavia ancora finita: restano i ricorsi alla giustizia amministrativa, prima il TAR e poi il Consiglio di Stato, quest'ultimo il 29 agosto. Il campionato di Serie B dovrebbe peraltro iniziare il 19, quindi siamo nel caos più totale.

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