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L’addio commosso di Beppe Signori a Mazzone: “Sei stato come un padre nel mio momento più difficile”

Beppe Signori arrivò al Bologna a 30 anni, quando molti lo davano per finito. Carlo Mazzone rigenerò il campione e l’uomo, che oggi lo saluta commosso: “Grazie di tutto”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Carletto Mazzone se n'è andato a 86 anni, proprio nel giorno della partenza della nuova stagione di Serie A. La sua Roma, squadra per cui faceva il tifo fin da bambino, giocherà domani all'Olimpico contro la Salernitana e sarà l'occasione per un abbraccio pieno d'amore del popolo giallorosso a un personaggio iconico e amatissimo, non solo dai tifosi delle squadre che ha allenato nella sua lunghissima carriera, ma anche dagli avversari.

Ma è chiaro che il vuoto che lascia Mazzone, colmato in parte dal ricordo indelebile del suo spessore umano, è infinitamente più grande in chi lo ha conosciuto da vicino, come i giocatori che ha avuto alle sue dipendenze. Il tecnico romano ha impresso un'impronta importante sulla carriera di calciatori altrettanto iconici, gente come il primo Francesco Totti alla Roma e l'ultimo meraviglioso Roberto Baggio al Brescia, piazza dove trovò un Andrea Pirlo trequartista e lo reimpostò playmaker.

"Mazzone decise di cambiarmi ruolo, ero scettico, ma trequartista giocava Baggio. Non potevo pensare che mi avrebbe cambiato la carriera. Gli devo tutto", avrebbe detto anni dopo uno dei più grandi interpreti mondiali del ruolo di regista.

Sor Carletto capiva di calcio e di anime, per quello non faticò a comprendere che un giocatore che a 30 anni davano per finito, in realtà era un campione che aveva ancora molto da dare. Beppe Signori arrivò al Bologna dopo sei mesi alla Sampdoria – seguiti all'addio alla Lazio – in cui sembrava in una parabola discendente irreversibile. Niente di più sbagliato. Mazzone lo mise al centro del progetto e l'attaccante bergamasco lo ripagò con una prima stagione in rossoblù da 15 reti.

Signori sarebbe rimasto a Bologna sei stagioni, il periodo più lungo della sua carriera, realizzando ben 84 reti. Oggi quel 30enne pieno di dubbi sul futuro è un uomo di 55 anni che saluta in modo commosso chi lo aveva tirato fuori dalla buca in cui era finito. Il post di Signori è commovente e racconta il Mazzone uomo senza bisogno di aggiungere altro: "Ti ho incontrato nel momento più difficile della mia carriera, ma la ritengo una fortuna incredibile, per me sei stato come un padre, grazie di tutto riposa in pace. Ti ricorderò sempre con grande affetto".

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