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La storia di Andy Robertson parte da un tweet e dimostra che tutto è possibile

La storia di Andrew Robertson, il terzino del Liverpool capace di vincere tutto con i Reds e di conquistare da capitano la qualificazione ai prossimi Europei della Scozia. Svincolato dal Celtic a 15 anni, ha poi giocato nella Terza Divisione scozzese prima del salto di qualità dal Dundee all’Hull City fino alla squadra di Klopp. Solo otto anni aveva pubblicato un tweet in cui era alla ricerca di un altro lavoro lontano dal rettangolo verde.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Dalla Terza Divisione alla qualificazione ai prossimi Europei con la Scozia da capitano. Andrew Robertson ha vissuto l'ennesima notte da sogno dopo aver vinto l'ultima Premier e Champions League con la maglia del Liverpool. Una storia di speranza, sogni e battaglie quella del terzino sinistro scozzese che nel 2012 era arrivato sul punto di lasciare il calcio. Troppo grande la delusione di dover lasciare il Celtic, club in cui ha avuto l'onore di giocare dall'età di 9 anni fino allo svincolo a 15 anni. Ha giocato per il Queen's Park nella Scottish Third Division, l'equivalente della Serie D italiana.

Pochi soldi e la necessità di chiedere aiuto attraverso un tweet per cercare un altro lavoro. Un momento difficile per la sua vita che solo un miracolo avrebbe potuto fargli superare. E così, dopo essersi trasferito al Dundee United nella prima divisione scozzese, ecco la chiamata dell'Hull City in Inghilterra prima dell'offerta del Liverpool nel 2017 che gli consentirà di raggiungere il suo sogno e di vincere praticamente tutto. Oggi la soddisfazione di guidare anche la Nazionale scozzese da capitano al prossimo Europeo 2020.

Andrew Robertson, la storia di un sogno nato dopo un tweet

Troppo forte la delusione di non essere mai stato in grado di convincere il Celtic a trattenerlo all'età di 15 anni. Troppo grande il desiderio di continuare a perseguire quel sogno nonostante avesse dovuto ricominciare dalla Third Division con il Queen's Park. Ma nonostante questo, Andrew Robertson, non ha mai perso la speranza anche se la paga cominciava a scarseggiare e l'idea di trovare un nuovo lavoro era diventata sempre più forte. Con un tweet cercò di manifestare, in modo pubblico, la sua necessità di trovare una nuova mansione. Ma il destino aveva un disegno ben preciso per lui, che l'avrebbe presto tenuto lontano da quell'idea facendogli proseguire il suo cammino sul rettangolo verde.

La svolta arrivò nell'estate del 2013 quando in una sola stagione con il Dundee United, dimostrò di essere un terzino affidabile capace di poter giocare in quella Championship scozzese che il Celtic gli aveva negato. Ben 44 presenze, 5 gol e 6 assist tra campionato e coppe per convincere l'Hull City a fargli vivere l'esperienza magica della Premier League. Era l'inizio di un sogno per Robertson che si trovò catapultato in una realtà tutta nuova, nel grande calcio inglese, acquistato per poco meno di 3 milioni di euro. Tre stagioni, di cui due in Premier, che di certo non hanno lasciato indifferenti i top club. Il Liverpool infatti, lo acquistò nell'estate 2017 dopo 115 presenze, 5 gol e 10 assist con l'Hull.

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Il Liverpool e il sogno Europeo con la Scozia

Investimento da circa 8 milioni di euro per i Reds con cui ha sottoscritto un contratto oggi prolungato fino al 2024. La realizzazione di un sogno, di gran lunga superiore anche all'aspettativa di poter vivere un giorno l'esperienza in Prima Divisione scozzese con il Celtic. Robertson è diventato subito protagonista con il Liverpool e dopo la prima stagione in cui ha messo a segno 30 presenze in Premier League, 1 gol e 5 assist, nell'annata successiva è diventato poi un punto di forza della formazione di Klopp. Saltò soltanto due partite e tre in cui fu sostituito per un totale di ben 36 presenze e 11 assist. La vittoria del campionato fu impreziosita dalla vittoria della Champions contro il Tottenham che cancellò ogni ombra sulla cocente delusione del ko contro il Real della stagione precedente. In quel torneo Robertson si distinse con ben 2 assist.

"Abbiamo vinto la Champions League e non posso dire di non essere contento di avere la medaglia al collo – dichiarò al termine di quel successo – ma una parte di noi ne era sicura". Oggi Robertson rappresenta il cuore pulsante della Scozia capace di superare ai rigori la Serbia dopo essere stati raggiunti da un gol di Jovic al 90′. Gli scozzesi non si qualificavano per un torneo importante dal Mondiale del 1998, ben 22 anni fa. L'emozione di Robertson a fine gara, con la fascia da capitano al braccio, è stato forse un remake di questi ultimi 8 anni in cui è passato dal trovarsi un nuovo lavoro, fuori dal rettangolo di gioco, a vincere la Champions League con il Liverpool e di viversi soprattutto questa soddisfazione con la maglia della sua Scozia.

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