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La Premier League pensa di fermarsi per evitare ulteriori focolai da Covid-19

L’aumento dei casi di Covid-19 nel Regno Unito all’interno dei “gruppi squadra” ha portato i club inglesi a discutere sulla possibilità di interrompere i campionati professionistici per due settimane nel mese di gennaio per evitare l’ulteriore diffusione dei casi e permettere alle società di recuperare quanti più effettivi possibili.
A cura di Vito Lamorte
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Il Regno Unito vede aumentare l'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia COVID-19 ogni giorno e la comparsa del nuovo ceppo del Coronavirus mette ancora più a rischio lo svolgimento regolare della Premier League, visto che nelle ultime ore si è riscontrato un aumento di positivi anche nei gruppi squadra del massimo campionato britannico. Per questo motivo, ovvero a causa dell'incremento del numero dei contagi, i club inglesi starebbero pensando ad uno stop di due settimane nel mese di gennaio.

La trasferta del Manchester City in casa dell'Everton è stata rinviata lunedì sera dopo che cinque membri del "gruppo squadra" dei Citizens sono risultati positivi al Covid e nella giornata di martedì la Premier stessa ha annunciato che sono stati rilevati 18 casi positivi nell'ultimo ciclo di test, il numero più alto da quando sono iniziati i controlli ad agosto. Inoltre, nelle ultime ore si è parlato molto di un possibile spostamento di Tottenham-Fulham, gara prevista per questa sera, visto che sono stati rilevati diversi casi positivi nella squadra di Scott Parker.

La Lega inglese è convinta che la stagione continuerà ma sta indagando sul motivo per cui c'è stato un così forte aumento dei casi nei club dopo che altre nove partite sono state rinviate nella serata di martedì: l'EFL ha esortato i club a rivedere i loro protocolli di sicurezza per garantire che i giocatori e lo staff non si riuniscano in piccoli spazi e per vedere se possono tenere più riunioni da remoto.

Il medico del Rochdale, Wes Tensel, ha detto che è importante per l'EFL capire il "quadro generale prima di prendere decisioni" ed essendo anche un medico di base ha affermato: "Come tifoso di calcio, non voglio che vengano fermati i tornei. Sto cercando di vedere il quadro più ampio da un'altra prospettiva. I calciatori viaggiano in tutto il paese e non stanno causando picchi, ma possono comunque trasmettere ai loro cari perché la bolla del calcio in cui si trovano scoppia ogni volta che tornano a casa. Ci sono conseguenze fuori dal campo di calcio". Una fonte governativa ha confermato che non ci sono piani per cambiare la linea stabilita per lo sport ma i casi continuano ad aumentare ed è probabile che il calendario ne possa risentire.

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