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Superlega europea di calcio

Juventus, Inter e Milan costrette ad accettare una clausola per partecipare alla Champions League

Esauritasi in due giorni l’avventura temeraria della Superlega, adesso c’è da rimettere assieme i cocci per far ripartire la macchina del calcio europeo col rientro in ‘famiglia’ dei 12 club scissionisti. Esclusa l’espulsione dalle attuali semifinali delle coppe, non ci sarà neanche la squalifica di un anno chiesta dalle società che si sono sentite più tradite. Ma Juve, Real e le altre dovranno firmare una clausola di esclusività per partecipare alla Champions in futuro.
A cura di Paolo Fiorenza
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Nello sport come nella vita c'è vince e c'è chi perde: poi succede che qualcuno possa perdere sia nello sport che nella vita, dovendo accettare poi le conseguenze della propria condotta anche sul piano della credibilità e dei rapporti personali. Dopo il tragicomico fallimento in 48 ore della fantomatica Superlega, i 12 top club europei autoprocalamitisi ‘fondatori' – con tanto di "patto di sangue" annunciato da Agnelli – si trovano non solo nella imbarazzante situazione di doversi ripresentare a capo chino davanti a quelle istituzioni calcistiche che hanno tradito, ma anche di essere esposti a ‘rappresaglie' di tipo sportivo.

Detto che le semifinali dell'attuale Champions ed Europa League non vedranno espulsioni – con Real Madrid, Manchester City e Chelsea a giocarsi la coppa dalle grandi orecchie col PSG, mentre Manchester United ed Arsenal saranno regolarmente in campo contro Roma e Villarreal – ben diverso è il discorso per il futuro. Da più parti si chiedono "sanzioni esemplari" per gli scissionisti, fino ad ipotizzare esclusioni di un anno o altri provvedimenti afflittivi, ma la realtà è che i 12 club in questione sono troppo importanti per l'UEFA ai fini dell'appeal e dei diritti TV profumatamente venduti, quindi non succederà nulla di tutto questo.

Del resto, lo stesso Alexander Ceferin se da un lato ha usato parole durissime, di vero disprezzo, sul piano personale per Agnelli e gli altri dirigenti ‘traditori', dall'altro ha fatto capire che la grande famiglia del calcio è pronta a concedere il perdono alle pecorelle smarrite, per il bene (e la convenienza) di tutti: "Ammirevole ammettere un errore, questi club hanno commesso un grande errore. La cosa più importante adesso è ricostruire l’unità che c’era e andare avanti insieme".

Ma per Juventus e Real Madrid – individuate da tutti come le società a capo della ‘rivolta' – e per gli altri 10 club, non sarà facile tornare al "vecchio calcio" come se nulla fosse successo. Sempre il numero uno dell'UEFA spiega bene all'emittente slovena '24ur' cosa li aspetta: "Ovviamente tutti preferirebbero avere un dialogo, e non sto dicendo che non parleremo, ma penso che dovremo valutare quale sia la situazione per un determinato club e poi vedere come va a finire, ma prima devi dimostrare di avere una certa onestà per poterti aspettare un dialogo dall'altra parte. Se qualche club vuole giocare nelle nostre competizioni, dovrà avvicinarsi a noi".

Questo avvicinarsi, al di là di possibili scuse o teste cosparse di cenere, dovrebbe concretizzarsi nell'accettazione di una clausola di esclusività per partecipare alle competizioni organizzate dall'UEFA. In soldoni: se vuoi iscriverti alla prossima Champions o Europa League, devi mettere nero su bianco l'impegno per anni e anni a non prendere parte ad altri tornei, che siano Superleghe o coppe del nonno. Una firmetta non banale, visto che ancora adesso Perez e compagni parlano di "progetto sospeso" e "obbligo vincolante" per i 12 club in questione.

Insomma, potrebbe esserci un bel braccio di ferro tra le parti circa l'accettazione di questo obbligo. Peraltro già così, fa capire Ceferin, andrebbe loro di lusso: "Abbiamo parlato con loro per due anni, e poi sono scomparsi nel cuore della notte. Non sarò adesso io a cercarli per parlare". Andare a Canossa, passare sotto le Forche Caudine e chi più ne ha più ne metta: il concetto è quello…

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