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Inzaghi dopo lo scudetto: “Non ho sassolini da togliere solo trofei da far vedere a chi ha parlato anche troppo”

Il tecnico dell’Inter racconta in diretta tv le emozioni per la conquista della seconda stella. Ricorda di quando “mi dicevano di non andare all’Inter” e svela un retroscena sul gol segnato da Acerbi: “Stamattina abbiamo provato i calci piazzati sotto il diluvio per più di un’ora. E stasera abbiamo segnato proprio così”.
A cura di Maurizio De Santis
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Scudetto numero 20 per l'Inter. A cucire la seconda stella sulla maglia dei nerazzurri è il tecnico, Simone Inzaghi. Si gode il momento, il degno finale di una stagione che ha visto la sua squadra procedere con un altro passo rispetto alle avversarie. Ha curato tutto nei minimi dettagli anche nell'immediata vigilia del derby col Milan, perché a San Siro andavano chiusi i conti con cinque giornate di anticipo. Era un'occasione da non lasciarsi sfuggire, a spianargli la strada è stato un calciatore che lui ha voluto fortemente in nerazzurro: Francesco Acerbi. È stato l'ex centrale della Lazio a sbloccare quasi subito l'incontro e la sua incursione da calcio d'angolo non è stata affatto casuale.

"Ho chiesto espressamente che arrivasse all'Inter – le parole del tecnico a Dazn -. Lo sapevo che ci avrebbe aiutato. Stamattina abbiamo provato i calci piazzati sotto il diluvio per più di un'ora. E stasera abbiamo segnato proprio con un'azione provata stamattina".

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Dalle curve della memoria viene fuori il ricordo di quando, a chiusura dell'esperienza con la Lazio, stava per trasferirsi all'Inter ma c'era chi glielo sconsigliava. "Mi dicevano di non andarci, ma sentivo di dover accettare la proposta. Mi dicevano: hanno appena vinto, stanno vendendo i giocatori. Ma avevo avuto Marotta alla Sampdoria, conoscevo Baccin e Ausilio da una vita. Era una scelta mirata, sapevo di poter fare bene. Non ho sassolini da togliermi… chi ha sempre parlato, l'abbiamo lasciato parlare (il riferimento è alle critiche durissime che ha spesso ricevuto, ndr). Adesso magari starà un po' in silenzio. Ripeto, non ho sassolini da togliermi dalle scarpe ma ho solo grandi trofei da far vedere".

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La finale di Champions con il Manchester City è stata un punto di partenza, lo scudetto la conferma che in Serie A c'è la possibilità davvero di aprire un ciclo. Magari con qualche rinforzo in più. Inzaghi sorride, sa che c'è il direttore sportivo Ausilio che lo ascolta. "Sappiamo che abbiamo parametri e paletti ma qualche volta parametri e paletti possiamo anche superarli".

La chiosa è emozionale. In studio a Dazn c'è il fratello, Pippo, con il quale scherza. "È una sensazione bellissima quella che sto, stiamo provando – ha aggiunto il tecnico dell'Inter -. Ci sono tanti protagonisti… penso ai miei giocatori, alla società, al nostro presidente che è stato sempre importante. E il pensiero va soprattutto alla mia famiglia. Tante volte porto il lavoro a casa ma sono stati fondamentali per me per come mi sono stati sempre vicino".

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