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Caso Juve, le news su plusvalenze e stipendi

Inchiesta Prisma, le 6 squadre coinvolte e le operazioni con la Juve nel mirino: cosa può accadere

La Procura di Torino ha trasmesso alcune carte dell’inchiesta Prisma alle Procure di altre sei città: dietro questa iniziativa ci sarebbero i rapporti emersi tra la Juventus e altri club. Le società interessate sono Atalanta, Bologna, Udinese, Cagliari, Sampdoria e Sassuolo.
A cura di Vito Lamorte
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Gli ex vertici della Juventus: Maurizio Arrivabene, Andrea Agnelli, Federico Cherubini, Pavel Nedved.
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Nelle scorse ore alcuni atti dell'Inchiesta Prisma sarebbero stati trasmessi dai pm di Torino alleprocure di altre città: si tratta di Bologna Genova, Cagliari, Bergamo, Udine e Modena. Perché? L’iniziativa è stata presa per ragioni di competenza territoriale e sarebbe legata ai rapporti tra la Juventus e le altre squadre coinvolte nelle operazioni di mercato finite sotto la lente di ingrandimento. Quali sono i club coinvolti? Si tratta di Atalanta, Sampdoria, Sassuolo, Udinese, Cagliari e Bologna.

I titolari dell'inchiesta, l’Aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Ciro Santoriello, chiamano in causa le squadre che hanno fatto plusvalenze insieme alla squadra bianconera per provare a far luce su eventuali situazioni non corrette.

Alcune di queste squadre che sono state chiamate in causa erano state assolte in merito alla revocazione della sentenza sulle plusvalenze dell'aprile 2022.

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Le operazioni per le quali sono state inviate le carte alle Procure citate sono diverse e di alcune si è già parlato molto nei mesi scorsi: nel mirino ci sarebbero i prestiti "con obbligo di riscatto non federale" di Romero e Demiral con l'Atalanta oltre ad altri impegni presi per Mattiello, Muratore, Caldara e ancora Romero per un totale di circa 14,5 milioni di euro.

Stesso discorso per il Bologna con Orsolini, il Cagliari con Cerri, la Sampdoria per l'operazioni di Audero, Peeters e Mulé e il Sassuolo ancora per Demiral e Traoré, per i quali ci sarebbero due impegni scritti di Paratici e Carnevali. C'è un discorso aperto anche con l'Udinese per il caso Mandragora, che negli scorsi giorni è stato convocato dai pm per testimoniare insieme al suo papà-agente Giustino e al vice presidente dell’Udinese, Stefano Campoccia: il calciatore venne acquistato dai friulani per 20 milioni con diritto di recompra fissato a 26 ma secondo i pm ci sarebbe stato un accordo privato che garantiva il riacquisto a prescindere, come poi si è verificato ma non ai termini originari (10 milioni più 6 di bonus, quasi tutti scattati).

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Tutte, o comunque la maggior parte di queste operazioni, sarebbe accompagnate da side letters che riportavano accordi di riacquisto che non sono state depositate in Lega. Gli investigatori ritengono di avere raccolto materiale meritevole di essere segnalato ad altre procure per approfondimenti di carattere penale.

Non ci sono ancora certezze su quello che accadrà ma ci sono due ipotesi da tenere in considerazione: la prima, ovvero l'inchiesta si allarghi a tutto il sistema calcio italiano e che le nuove indagini possano poi coinvolgere anche società al di fuori di queste 6; e la seconda, che le Procure delle sei città decidano di chiudere le indagini senza formulare la richiesta di rinvio a giudizio.

I pm torinesi stanno lavorando in vista dell’udienza preliminare del 27 marzo, quando verranno discusse le richieste di rinvio a giudizio per i 12 indagati, tra cui l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli e l’ex vicepresidente Pavel Nedved, e la richiesta della stessa società bianconera di spostare il procedimento da Torino a Milano.

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Che cos'è l’Inchiesta Prisma? È un'inchiesta che parte da alcuni controlli effettuati dalla Consob, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, e di Covisoc, Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, che avevano iniziato ad indagare su una serie di operazioni di mercato poco chiare che hanno portato sotto la lente di ingrandimento 62 trasferimenti, di cui 42 riguardanti la Juventus.

In questa fase la lente di ingrandimento degli inquirenti si sarebbe posata su presunti accordi privati e non depositati tra la Juventus e altri club, con impegni presi che non sempre si sono concretizzati e che dovevano essere iscritti a bilancio secondo i pm di Torino.

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